Situazione palestinese: intervengono Rete, C10, SU e Lazzari
Si tratta dell’ennesimo passo indietro nell’ottica di una risoluzione di un conflitto che dura da più di mezzo secolo e che causa continuamente morti fra la popolazione civile di entrambe le parti in causa e una perenne instabilità, all’interno di un’area già di per sé profondamente problematica dal punto di vista politico.
I corsi e ricorsi senza fine di questa infinita guerra “tiepida” rendono evidente l’impossibilità di raggiungere una soluzione pacifica nel conflitto, perlomeno finché rimarrà una situazione di disparità evidente fra le due parti in causa.
Questa valutazione, portata avanti con sfumature anche molto diverse nel corso degli anni dalle sinistre europee, sta oggi diventando patrimonio di Paesi interi, sulla spinta della risoluzione del dicembre 2012 votata a stragrande maggioranza dall’ONU che ha elevato la Palestina da “non-Stato osservatore” a “Stato osservatore”.
Dopo il riconoscimento ufficiale dello Stato Palestinese espresso dal Regno di Svezia, dopo la mozione favorevole votata dal Parlamento inglese, è arrivata nei giorni scorsi una mozione votata quasi all’unanimità dal Parlamento spagnolo che impegna il Governo a procedere in questo senso.
La Repubblica di San Marino, dopo l’astensione al voto in sede ONU nel 2012 che ha sollevato diversi dubbi in Consiglio Grande e Generale, ha proceduto ad un primo atto ufficiale di riconoscimento di pari dignità, a Israele e Palestina, con la lettera firmata da tutti i Consiglieri, a Luglio di quest’anno, e inviata a entrambi gli organi legislativi.
Il Parlamento sammarinese, con quell’atto, ha dato quindi un messaggio forte ma non vincolante per il Governo, che finora non ha preso posizione in merito. Lo ha fatto volutamente, ritenendo necessario arrivare ad una presa di posizione ufficiale da parte governativa solo in seguito ad un percorso di informazione e sensibilizzazione nei confronti della popolazione sammarinese sulle dinamiche di questo Conflitto, capace di far prendere una decisione con consapevolezza da parte di tutto il Paese.
Riteniamo che la Repubblica di San Marino, in nome delle sue peculiarità e della sua storica attenzione nei confronti dell’autodeterminazione dei popoli, debba avviare quanto prima questa opera di consapevolizzazione del suo popolo, così da giungere quanto prima ad una posizione condivisa che il Governo possa portare all’interno degli organismi internazionali di cui fa parte.