Sotto la lente del Consiglio l'esito del referendum

Sotto la lente del Consiglio l'esito del referendum.
A tre giorni dal voto l'Aula s'interroga su conseguenze ed errori di valutazione. Prima, però, I Capitani Reggenti ricordano Giuseppe Maiani, protagonista della vita sociale e politica del paese. Si apre poi il Comma Comunicazioni e una questione cattura l'attenzione: il 7 giugno San Marino sarà imputato in un processo a Parigi per non aver rispettato i diritti umani. Sono stati sottoscritti impegni internazionali – ricorda Roberto Ciavatta – ma non è stato legiferato come invece chiedeva un apposito ordine del giorno di due anni fa. Oggi - avverte - è in gioco la reputazione del paese. Poi non raggiungono i voti previsti le nomine per il Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme. Ed eccoci al dibattito sul referendum. Si apre dopo il giuramento di Giovanna Cecchetti in sostituzione di Paride Andreoli nel gruppo socialista. Da una parte c'è il Governo, soddisfatto per il risultato su Rovereta, dall'altra c'è chi lo accusa di minimizzare la sconfitta facendo leva sul polo del lusso. Luigi Mazza ammette: i sì hanno superato le sue previsioni. C'è una sfiducia verso la politica e invita al confronto. Sulla stessa linea Noi Sammarinesi: non me l'aspettavo – dice Massimo Cenci. Profonde riflessioni anche per Andrea Belluzzi. La Maggioranza deve riflettere, invita Nicola Selva, il problema politico c'è e non basta prenderne atto. “ Dietro al malcontento – aggiunge Ivan Foschi – c'è il bilancio fallimentare dell'Esecutivo.” Ed è forte la critica di Sinistra Unita, che smentisce chi ipotizza che la maggioranza sia pronta ad accoglierla. Non mancano neppure le critiche a chi ha politicizzato il referendum. “Si è giocata una partita di altra natura”, dice Andrea Zafferani. E dalla Maggioranza si alza forte l'accusa a chi ha parlato alla pancia della gente diffondendo argomenti ad arte motivati da altri interessi. Ora il Governo dovrà dare piena attuazione alla volontà dei cittadini anche se c'è chi, come Elena Tonnini, teme escamotage. “I quesiti – invita Rete – devono essere recepiti così come sono”. Prima di andare a casa – dice Luca Santolini – il Governo deve mettere in sicurezza il risultato del referendum”. Teodoro Lonfernini conferma la volontà di adottare le modifiche di legge nel rispetto del mandato popolare. “Impensabile – dice - presentarsi alle elezioni senza averlo fatto, non saremmo credibili”.

MF

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