Sottomarino dopo l'approvazione della legge sul referendum: "La paura di una risposta"

Sottomarino dopo l'approvazione della legge sul referendum: "La paura di una risposta".
Come cittadini che hanno raccolto le firme per la modifica della normativa in campo referendario, abbiamo ascoltato con interesse le motivazioni addotte dalla maggioranza per giustificare il mancato accoglimento dell’abolizione del quorum, principio cardine della legge di iniziativa popolare.
L’istituto del referendum venne introdotto a San Marino solo dopo l’approvazione della Dichiarazione dei Diritti dei Cittadini e solo dopo aver vinto le tante resistenze alla creazione di questo strumento di democrazia diretta, con la scusa che già esisteva l’istanza d'Arengo: chi deteneva il potere mentiva, sapendo di mentire.
Sapeva benissimo che, con l’Istanza d’Arengo, il cittadino fa una domanda e il Consiglio trova la soluzione, mentre con lo strumento del referendum i cittadini offrono già una risposta.
E’ per questo che, oggi come allora, il referendum mette in soggezione coloro che detengono il potere, perché permette al popolo di decidere senza alcun filtro.
Nonostante si stia vivendo il periodo storico di massima crisi del sistema di democrazia rappresentativa, la politica di governo si è arroccata su posizioni di potere e, ancora una volta, si è dimenticata del vero significato della parola “democrazia”, non riconoscendo quello che è il vero ruolo dei cittadini.
La trincea di oggi è il quorum, giustificato come una sorta di "maggioranza qualificata", quando non è altro che un premio al disinteresse perché, mantenendolo, si continua a premiare la non partecipazione al voto.
I referendum vengono visti come un ostacolo al governo ed è per questo che vengono sminuiti e, in alcune occasioni, perfino ignorati: posti in date scelte appositamente per sperare nella scarsa partecipazione (27 marzo, 3 luglio, 3 agosto) e, troppo spesso, persino bypassati con leggi successive che ne vanificano l’esito. La maggioranza non accetta il confronto “alla pari” ma preferisce tenersi sempre in una posizione di vantaggio; teme il confronto con la cittadinanza e questa paura la allontana sempre più (volutamente?) dal rapporto diretto e compartecipativo con i cittadini.
La presenza di strumenti in mano ai cittadini per poter proporre iniziative, ma anche per mettere in discussione l’operato della maggioranza, è fondamentale. Per una vera democrazia è imprescindibile che i cittadini partecipino alla vita politica del paese e pretendano da coloro che vengono scelti alle tornate elettorali per rappresentarli (e non sostituirli!) il rispetto della volontà reale del popolo e il perseguimento del bene della collettività, non di quello di pochi.

Comunicato stampa

>> 23/05/2013 - Consiglio, 38 voti a favore per le modifiche alla legge sul referendum - CLICCA QUI

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