SSD solidale con Celli, "si è assunto la responsabilità dei difetti della legislatura"
Un Direttivo convocato d'urgenza, con al centro le dimissioni di Simone Celli. Irreversibili, nonostante anche ieri in diversi gli abbiano chiesto di ripensarci. Fra di loro Michele Guidi, primo dei non eletti e che si è messo a disposizione del partito. A Celli tutta la solidarietà e l'invito ad assumere un ruolo attivo. SSD ritiene che sia diventato “una sorta di parafulmine di fronte alla violenza verbale che sta pregiudicando il corso stesso del dibattito civile e democratico”. Dal Consiglio Direttivo la richiesta a chi manifesta senso di responsabilità, “di unirsi in una battaglia di civiltà, affinché non sia più consentito rivolgere accuse mai oggettive e comprovate dai fatti”. Poi l'aspetto più squisitamente politico, legato al percorso della coalizione di Governo. “Celli ha ritenuto – scrive SSD - che “la maggioranza possa trarre elementi di ulteriore aggregazione assumendosi lui la responsabilità dei difetti che la presente legislatura ha manifestato”. Da qui la spinta verso soluzioni ai problemi, “dolorose ma strettamente connesse allo sviluppo”. Il Consiglio Direttivo impegna quindi i propri organismi a procedere con decisione sulle scelte fondamentali per il Paese “affinché si possa finalmente uscire dal tunnel della crisi e iniziare a costruire il futuro”. Il dato politico è la massima convinzione nel proseguire con l'attuale alleanza. “C'è pieno sostegno – ribadisce il Segretario Alessandro Bevitori - al progetto politico di Adesso.sm”. Sul fronte opposto si è riunito anche il Direttivo del Psd che lavora all'organizzazione di una conferenza programmatica per presentare linee guida che facciano uscire il paese dal tunnel. Sarà anche l'occasione per sondare il terreno nell'ottica di future alleanze. A breve – annuncia il segretario – verrà avviato un confronto serrato con le altre forze politiche. Rimane valida la proposta di Unità Nazionale “ma a condizione che la maggioranza ammetta la gravità dei problemi alzando bandiera bianca”. “Adesso.sm – continua Gerardo Giovagnoli - ha già dimostrato di non potercela fare da sola e il capro espiatorio non può essere Simone Celli”. Guardando a future alleanze, aprire un tavolo per affrontare le emergenze “può anche rappresentare l'opportunità – conclude Giovagnoli - di pensare al superamento dei contenitori esistenti, verso nuovi soggetti con l'appoggio della società civile”.
MF
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