“Ancora non sono sufficienti, ma vi sono stati progressi nelle trattative”. Pur con la cautela del caso, le parole del Presidente del Consiglio Europeo sembrano aprire una nuova stagione, nei rapporti tra Bruxelles e la Gran Bretagna del post Brexit. Donald Tusk, nel corso del summit, ha anche espresso la speranza che le “discussioni possano passare alla seconda fase in dicembre”. Dove seconda fase sta per negoziati sulle future relazioni commerciali. Da parte sua Theresa May, uscita malconcia dall'ultima tornata elettorale, si è detta “positiva ed ottimista”. Ieri, nel corso della cena, il Primo Ministro del Regno Unito avrebbe chiesto agli altri 27 capi di Governo di poter tornare a casa con un successo, per far fronte al dissenso interno. Un'uscita giudicata “pessima” dall'ex leader dello Ukip Nigel Farage, che ha accusato la May di “chiedere l'elemosina”. Quel che è certo è che, per passare allo step successivo, dovranno giungere risposte concrete su dossier quali i diritti dei cittadini europei residenti oltremanica, e gli obblighi finanziari verso l'UE. Su quest'ultimo punto le posizioni sono ancora distanti, Londra – al momento – parla di 20 miliardi di euro; Bruxelles fa capire che dovranno essere più o meno il triplo. “Spero saremo pronti per la fase due – ha dichiarato Angela Merkel - ma dipende dalla Gran Bretagna; se avrà fatto progressi sufficienti”. Più flessibile il Premier italiano. “L'accordo finanziario tra UE e Londra – ha detto Paolo Gentiloni – non deve essere una spada di Damocle”.
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