I tagli alla politica porteranno, nelle casse dello stato, quasi 200 mila euro
L’opposizione, compatta, è d’accordo. E’ giusto che vengano chiesti sacrifici anche alla politica, anche se il risultato non è poi così sostanzioso come può sembrare. I costi sul Titano non sono certo paragonabili a quelli italiani. Facciamo un esempio. Lo scorso anno, il finanziamento ai partiti, come da bilancio, è stato di quasi 1 milione e mezzo di euro. Applicando il taglio che la maggioranza intende presentare, si risparmierebbero poco più di 140 mila euro. Questo nel campo delle ipotesi, perché di fatto, il contributo ai partiti è legato, in percentuale, alle entrate dello stato e già lo scorso anno c’era stata una drastica riduzione rispetto al 2009, quando si erano spartiti 1 milione e 771 mila euro. Praticamente un taglio superiore al 16%. A questo, sempre che il Consiglio decida di varare la cura dimagrante, si aggiunge la diminuzione di 50 mila euro del fondo autonomo del Consiglio Grande e Generale. Nel rendiconto generale è di 292 mila euro, in discesa rispetto al 2009 di quasi il 9 per cento. Alla minoranza piace meno il fatto che i tagli ricadano solo sulle spalle dei partiti e non, per esempio, sul Congresso di Stato, come suggerisce il Psd. Mentre Upr, Psrs e Su parlano di scelta demagogica, per soddisfare la piazza e coprire le carenze di una manovra debole.
Giovanna Bartolucci
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