Sarà un intervento legislativo che farà discutere. Prevede la modifica della legge del 21 gennaio del 2004, la numero 6, che fissava vincoli sulla cessione dei terreni di proprietà pubblica. L’intento della maggioranza è quello di prevedere alcune deroghe, ma l’opposizione annuncia battaglia. Non solo quella modifica non la condivide, ma ricorda che la legge fu approvata per dare risposta ad un referendum che chiedeva un simile intervento. La prima obiezione è arrivata da Sinistra Unita che ha annunciato la sua contrarietà, affiancata subito dopo dalle altre forze della coalizione Riforme e Libertà. “Critiche infondate” – le aveva subito definite il Segretario di Stato al Territorio, Giancarlo Venturini, che ha ricordato il rispetto del provvedimento in questione, “che prevede – ha precisato Venturini – precise esclusioni”. La modifica annunciata riguarda l’articolo 1 della legge e dispone che, fermo restando i vincoli già fissati, sono escluse le alienazioni di terreni ad uso artigianale, previsti, industriale ed abitativo disciplinate da apposite norme che ne regolino modalità, vincoli, parametri, termini e condizioni nonché le alienazioni di esigue porzioni di terreno su cui non insistano interessi pubblici e la cui cessione non arrechi pregiudizio al patrimonio dello Stato e non comprometta le funzioni urbanistiche delle aree interessate. Per il Segretario all’Industria, Marco Arzilli, è una risposta per le imprese che intendono espandersi, ma l’opposizione non ci sta e annuncia la volontà di contrastare, senza escludere il ricorso a tutti gli strumenti politici a disposizione.
Sergio Barducci
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