Il Titano resta nel mirino delle Fiamme Gialle e viene chiamato in causa da Ballarò come paradiso fiscale

Il Titano resta nel mirino delle Fiamme Gialle e viene chiamato in causa da Ballarò come paradiso fiscale.
Parte da Rimini, Ballarò per tracciare il profilo dei furbetti. In Riviera evade 1 persona su 4 e il pensiero vola subito a 20 km di distanza: “San Marino, il paradiso fiscale alle porte di casa nostra”, lo definisce la giornalista Emanuela Giovannini. Ed è la Guardia di Finanza a dare man forte a questa tesi spiegando come evasori o presunti tali riescano ad aggirare le norme sul trasporto di valuta: “Si nascondono i soldi addosso e salgono su autobus di linea che da Rimini vanno a San Marino – sostiene il Capitano Antonio Mariella - oppure per non destare sospetti passano il confine da ciclisti, da soli o in gruppo, occultando il contante dentro le borracce, per poi fare tappa in banca”. E non manca nemmeno la dichiarazione della bancaria che, ripresa da telecamera nascosta, rivela ad una potenziale cliente che “Basta non superare i 10.000 euro e si possono fare diverse “gite”. Perché qui c’è ancora il segreto bancario”. Resta poi una porta spalancata sull’off shore – accusa Ballarò - cioè la fuga di denaro dalle banche sammarinesi verso i paradisi fiscali. Insomma, niente di nuovo nonostante gli sforzi per la trasparenza. E qui sta il problema. Il quadro non è dei migliori, nell’ottica della tanto attesa normalizzazione dei rapporti con l’Italia, dove negli ultimi tempi è stata ingaggiata una lotta feroce all’evasione. Risultato: la firma degli accordi che tarda ancora una volta. A tal proposito Sinistra Unita punzecchia il Segretario agli esteri: “Oggi è il primo febbraio – scrivono – e la firma con Roma non c’è. La Repubblica ha atteso pazientemente la fine di gennaio fiduciosa che la Mularoni non avrebbe avuto il coraggio di bluffare ancora sulla data. Invece la grande sorpresa di oggi è che l’abbia avuto”. “L’ennesima figuraccia del governo nei confronti dell’opinione pubblica – tuona il PSRS – dopo tre anni di promesse non è ancora riuscito a concludere gli accordi. Le preoccupazioni sono sempre più forti e motivate. Non c’è più tempo da perdere”.
E sulla vicenda interviene anche Pier Paolo Fabbri, presidente dell’ Associazione bancaria, da noi contattato: “Sono i numeri che testimoniano il fatto che da noi non arriva più nulla”. Stupisce per Fabbri la continuazione di un atteggiamento mediatico che lascia il tempo che trova. "Bisognerebbe uscire da illazioni con analisi più puntuali, guardando gli andamenti recenti”. Inoltre per il presidente di Abs, Ballarò ha citato numeri spropositati, per banche e finanziarie, che non sono specchio della situazione.

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