Tony Margiotta esce da SSD ed entra nel gruppo misto
Mette nero su bianco rammarico e disillusione per una linea politica che ritiene abbandonata. Il suo malessere – scrive - dura da tempo: “l'inasprimento dei rapporti umani all'interno del partito hanno determinato il progressivo sfaldamento dello spirito di appartenenza nel quale mi sono sempre identificato”. Parla di rapporto di fiducia venuto meno, di scarsa condivisione delle informazioni, di costante difetto di comunicazione.
Non è stato coinvolto nelle scelte e spesso informato da terzi delle decisioni assunte. Si è sentito svilito nella sua dignità e nella funzione di vice segretario. “Non è questo il modello di partito – scrive - al quale avevo dato la mia adesione. Credevo in un partito coeso, che avrebbe coinvolto il Consiglio Direttivo nelle decisioni fondamentali. Invece mi trovo in un partito dove la linea politica è dettata dall'alto e non condivisa con i nostri militanti”. Una decisione dolorosa quella di dimettersi ma in coerenza – precisa - con le sue convinzioni. Prima di compierla ha incontrato i suoi sostenitori, temeva di tradire il mandato elettorale. Da loro, invece, ha trovato l'appoggio che cercava. “In politica anche le dimissioni – spiega - sono atto di responsabilità, il Segretario Celli ne ha dato dimostrazione”. Non torna indietro: La fiducia iniziale nel progetto – spiega - è svanita definitivamente. Fronte Carisp, definisce “infelici” certe scelte. “Se a volte le ho accettate, seppur con grande imbarazzo, ormai le mie idee sono divenute incompatibili con il ruolo fin qui svolto e ancora di più lo saranno nel prossimo futuro, quando mi schiererò contro la vendita degli Npl Delta”. Non esce da SSD – precisa – per entrare in un'altra formazione. Continuerà autonomamente il suo impegno politico.
MF