Torna il censimento della popolazione. Lo ha deciso il Congresso
Tempi celeri anche per il secondo pilastro, il tassello ancora mancante alla riforma previdenziale. La volontà è quella di completare il percorso delle pensioni pensando alle emergenze che si potrebbero presentare nei prossimi anni. Già oggi il rapporto 1 a quattro, cioè 1 pensionato per ogni 4 lavoratori attivi, è sceso vicino all’1 a 3, e quindi diminuisce il gettito dei contributi, di conseguenza sale il rischio di intaccare il capitale. Un eventuale aumento delle aliquote potrebbe non bastare più, per questo si deve riformare l’intero sistema. L’esecutivo è convinto che il secondo pilastro, quello della contribuzione volontaria, possa consentire il reperimento di nuove risorse e assicurare l’alto livello retributivo delle pensioni, che erogano oggi l’80 per cento dello stipendio percepito. Ma i tempi stringono e si deve accelerare. Per questo presto partiranno le trattative con le parti, alla ricerca di un’intesa sulle aliquote che dovranno essere versate sia dai datori di lavoro che dagli stessi lavoratori. L’obiettivo è quello dell’8,33 per cento, e per raggiungerlo celermente si pensa di inserire già nel provvedimento legislativo una aliquota che possa rendere significativo il fondo. La gestione sarà interamente pubblica, in carico all’ISS, varrà il principio del silenzio assenso: il lavoratore cioè che non intenderà versare il contributo facoltativo dovrà manifestare la propria scelta. Presto il provvedimento approderà in Consiglio Grande e Generale per l’approvazione.