Scendono da 12 a 4 e 9 - a seconda delle figure professionali - i riposi compensativi. Sono i giorni maturati con la progressione dell’anzianità di servizio prestato nel settore socio sanitario, non più suddivisi per scaglioni di anzianità ma che vengono maturati al compimento di ogni due o tre anni di servizio effettivamente prestato. Il risultato, scrive il Segretario di Stato per la Sanità, è frutto del confronto aperto e costruttivo che si è tenuto tra i rappresentanti delle Istituzioni e delle organizzazioni sindacali. I riposi compensativi sono riservati a quelle tipologie di lavoro a stretto contatto con utenti in stato di particolare disagio fisico e psichico, e per questo esposti ad alto rischio di stress identificativo. La Commissione sulla spending review, aveva proposto di abrogarli e così è stato. Poi è stato chiesto al Governo di attivare un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per ripristinare e ridefinire le categorie di operatori che, per le mansioni effettivamente svolte in maniera continuativa fissa e quotidiana, possano necessitare dei riposi compensativi. E questo mese è stato sottoscritto l’accordo.
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