Ultima giornata di lavori in Consiglio, ma tengono banco i mal di pancia interni alla maggioranza
Intanto il governo ritira il decreto che disciplina il trattamento retributivo dei dirigenti e dei direttori di dipartimento della pubblica amministrazione. Resta valido ed efficace, sottolinea il Segretario di Stato agli affari interni. L’Esecutivo, spiega, ha deciso di rinviare l'esame da parte del Consiglio per dare tempo al decreto di "decantare" considerato che introduce cambiamenti di un certo impatto ed è stato promulgato appena una settimana fa. L'obiettivo è quello di ottenere l'approvazione dell'Aula nella prima sessione di giugno. Il decreto, conclude Valeria Ciavatta, è in vigore e resta in vigore. Ci sono infatti tre mesi di tempo per la ratifica dalla data di promulgazione che, in questo caso, risale al 14 maggio scorso. Siamo di fronte a una ritirata, commenta l’Upr. Prima l’ordine del giorno sulla vendita degli immobili ai forensi. Poi il decreto che avrebbe dovuto istituire la facoltà di medicina depennato misteriosamente dall’agenda consigliare. Infine il ritiro, senza alcun tipo di giustificazione, di quello sulla retribuzione dei dirigenti pubblici.
Oggi l’Aula ha dedicato buona parte della giornata all’esame dei decreti delegati, in particolare a quello che prevede interventi urgenti a sostegno del sistema economico. Un testo sul quale Sinistra Unita ha presentato una pioggia di emendamenti. Tutti d’accordo invece con l’ordine del giorno presentato dal partito social riformista per istituire un fondo straordinario di solidarietà per i disoccupati e per chi ha perso gli ammortizzatori sociali. Una proposta che ha registrato il contributo di tutti i gruppi consigliari e il sostegno del governo e che è stata approvata all’unanimità. La seduta si conclude in serata ma già si guarda alla sessione di giugno quando il governo porterà in Aula la riforma tributaria, la ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio e, probabilmente, anche il parco scientifico tecnologico. Un banco di prova per la tenuta della maggioranza che dovrà, prima di quella data, trovare “la quadra” dei rapporti politici.
Sonia Tura