Ultimo appuntamento con “Emergenza Criminalità: che fare?”
Rimini-San Marino: un territorio per molti versi prigioniero dei luoghi comuni sulla presenza delle mafie. Ma le cose stanno cambiando. Cristian Ciavatta, del Gruppo Vedo Sento Parlo, rileva notevoli cambiamenti negli ultimi anni e una certa diffusione, nonché consapevolezza, dei fenomeni mafiosi nel Riminese. Una presenza criminale per nulla casuale: emerge sia dalle inchieste giornalistiche che della procura. L’operazione Vulcano insegna. Si va dal riciclaggio di denaro sporco, spesso reinvestito in attività economiche sane, quali possono essere, ad esempio, le strutture ricettive della Riviera, all’evasione fiscale, che poi è terreno comune dei due territori: da Rimini i soldi dell’evasione partono - si è detto - e a San Marino arrivano. Da Francesco Forgione una doverosa premessa: la realtà emiliano-romagnola non è paragonabile al Sud Italia, dove la presenza malavitosa, nella sue varie espressioni, è capillare. Da evitare però errori di sottovalutazione, il problema non è del solo Mezzogiorno. “L’Italia si sta meridionalizzando” – ha detto l’ex presidente della Commissione Antimafia del Parlamento italiano. La percezione è che la Lombardia sia diventata la regione più colpita dalle mire espansionistiche mafiose anche per l’alto livello di omertà e paura che c’è - ha fatto notare. Ma il messaggio conclusivo, comune ai due incontri voluti da SU, è comunque di speranza: la mafia è battibile, è necessario però rompere il muro del silenzio e continuare con le campagne di informazione dell’antimafia.
Silvia Pelliccioni
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