Con la firma del protocollo di Bruxelles, le norme dell’accordo di cooperazione e unione doganale, entrate in vigore il primo aprile 2002 tra San Marino e l’Unione Europea, sono state applicate ai restanti 10 paesi dell’Ue. Di fatto al loro ingresso nell’unione avvenuto il 1 maggio 2004 questi stati, essendo l’accordo norma comunitaria già da due anni, lo avevano già messo in pratica. Quello di ieri e’ stato un atto formale che li qualifica come stati parte dell’accordo. La dogana della comunità si è estesa geograficamente, per San Marino, comprendendo le aree di tutti i 25 stati membri. Per l’associazione industriali, però non cambia sostanziamente niente per le merci in entrata o uscita dalla repubblica. 'Noi, dice il segretario Carlo Giorgi – continuiamo a fare dogana esattamente come prima, anche con i nuovi paesi firmatari. Anche se con i 10 stati le aziende sammarinesi avevano già accordi preferenziali, per cui beneficiavano di dazi comunitari piu’ bassi, un po’ come avviene, grazie agli accordi, con il Canada'. Il famoso T2 resta comunque il nodo da sciogliere per le imprese del Titano per le quali, i costi di transito alla dogana fanno si che continuino a vendere all’Italia e di li agli altri paesi Ue.
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