L’Upr attacca di nuovo Banca centrale in attesa dell’audizione di domani in Commissione Finanze

L’Upr attacca di nuovo Banca centrale in attesa dell’audizione di domani in Commissione Finanze.
L’Upr è fatalista: “Non ci attendiamo novità strabilianti – scrive – ma il solito deprimente teatrino di un gruppo di dirigenti italiani che difenderà se stesso, i propri ricchi emolumenti, le fette di potere che si sono costruite in terra straniera a scapito del sistema finanziario”. Sono dunque ancora i vertici di via del Voltone al centro degli attacchi dell’opposizione. E’ giusto e sensato, si domanda l’Upr, che il presidente di Banca centrale percepisca oltre 300mila euro l’anno? E’ corretto che il legale rappresentante dell’autorità di vigilanza non risieda in Repubblica ed eserciti la professione di avvocato a Roma? E’ normale non avere sammarinesi nel coordinamento della vigilanza? E ancora: i numerosi dossier aperti sui quali Banca centrale ha dato soluzioni poco convincenti, che fine faranno? Sospira il presidente di Banca centrale, Renato Clarizia: “Non farò alcun riferimento a questi attacchi, non mi toccano, basta guardarli con un po’ d’attenzione per capire che non c’è nulla di concreto e sul nulla non si può rispondere”. Dati tecnici, e aggiornati, saranno forniti dal direttore di Banca centrale. Continua però Clarizia: “Lo abbiamo detto e lo ribadirò di nuovo, finché non c’è la normalizzazione del sistema bancario, col completamento delle verifiche, non si può pianificare il futuro. E’ come mandare un malato a fare palestra: ci andrà quando sarà completamente guarito. Ogni volta – conclude – che si compiono verifiche si trovano problemi. Forse, se queste fossero state fatte prima, oggi potremmo fare altri discorsi”.

Francesca Biliotti

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