L'ultimo segnale, che non può lasciare la politica indifferente, è l'ammissione da parte della procura di Forlì della Provincia di Rimini quale parte civile nel processo legato a vicende riguardanti il sistema economico sammarinese. Ma è l'intero scenario dei rapporti bilaterali Italia-San Marino a portare l'Unione per la Repubblica a chiedere un cambio di passo nella gestione della politica estera. Quanto accade, scrive, stride palesemente con il costante impegno della Repubblica in un'ottica di collaborazione con le istituzioni limitrofe. Ne sono esempi le sinergie per l'aeroporto, per il centro Pio Manzù, per il Meeting, per la MotoGp e, sottolinea la nota, l'oneroso impegno economico per la realizzazione di strada Fondovalle. Certo, ci sono stati episodi negativi, su tutti il caso dei frontalieri, ma il quadro globale non deve essere demonizzato. Se mancano "certezze sulla fuoriuscita del nostro Stato dalla black list", il governo deve reagire. La politica estera, da sempre motore di sviluppo principale, deve mostrare un minimo sussulto". E per farlo, termina la nota, le buone maniere non sempre bastano. Occorre risolutezza.
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