Mettono l'accento sulle cose che non vanno, “come chiaro segnale – affermano – del fallimento del Governo”. Sono preoccupati per l'andamento dei conti pubblici, per la tendenza del debito pubblico, evidenziata dal Fondo Monetario, sottolineano l'assenza di un progetto di sviluppo che la coalizione uscente avrebbe dovuto definire con chiarezza. “Invece niente – sostengono – neppure quei passi che si sarebbero potuti fare in attesa dell'uscita dalla black list”. Indicano nel turismo e nel commercio i pilastri portanti dell'economia del Paese, sui quali investire risorse adeguate. Via tutte le tasse introdotte nell'ultima legislatura, investimenti per la cultura e la formazione professionale, per favorire nuove imprese. “Dobbiamo riappropriarci – aggiungono – dei gangli vitali delle istituzioni e della nostra sovranità”. Da tenere sotto stretta osservazione l'andamento dell'occupazione e la crescita delle persone che hanno perso il lavoro. Donne e giovani vivono condizioni ancora più penalizzanti. Sul fronte strettamente politico non risparmiano critiche alla coalizione avversaria, sottolineando quelle che indicano come sostanziali divergenze di visione. “Faticheranno a tenere” dichiarano, riferendosi alla capacità di portare avanti insieme il programma prefissato. Della loro coalizione, invece, affermano rappresenti l'area moderata e riformista: “Quella – concludono – che ha contraddistinto le stagioni migliori dello sviluppo economico del paese”.
Sergio Barducci
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