Upr: liquidità pubblica, tutto tace
Il tema non può essere ignorato o taciuto in quanto i ripetuti “allert” emessi dal Governo o spontaneamente o in replica a interpellanze dell’opposizione, hanno messo a nudo un problema sistemico legato alla grave recessione che ha colpito la Repubblica di San Marino e l’inconsistenza delle politiche messe in campo dal Governo per contrastarla.
A parte infatti qualche dichiarazione di circostanza, non si vedono segnali reali di un’inversione di tendenza nel settore economico e anche l’applicazione delle nuove normative fiscali, ci riferiamo all’uso della SMAC come strumento di accertamento fiscale, stanno avendo un effetto perverso sul settore commerciale e dei servizi, già sottoposti a una grave crisi.
Su questo punto UPR aveva fatto delle proposte. In tutti gli Stati moderni, la condizione delle finanze pubbliche non è un segreto occulto, ad uso e consumo esclusivo del Governo, dei tecnici e della maggioranza.
Ci sono informazioni che devono essere condivise e rese note ai Cittadini e alle Forze politiche che compongono il Parlamento.
E’ sufficiente vedere quanto sta accadendo in Grecia o anche in Italia o negli Stati Uniti per capire come informazioni di elevato valore per la cittadinanza sono rese pubbliche.
Ma nella San Marino della trasparenza questo non accade. Nulla è dato sapere dopo gli allarmi lanciati sulla situazione della liquidità, e nessuna notizia trapela sull’andamento dei flussi di cassa.
Ci permettiamo di fare un banale esempio: un’azienda in crisi di fondi informa sempre gli azionisti su come è gestita la crisi; li informa prima, in modo da poter elaborare soluzioni, dà notizie in quanto gli stessi azionisti potrebbero essere chiamati a sostenere l’azienda con risorse proprie. Ci meraviglia inoltre il silenzio del Sindacato su una questione tanto importante per i lavoratori.
San Marino è uno Stato, ma per le dimensioni del suo bilancio ed il numero dei dipendenti potrebbe tranquillamente essere paragonato ad una grande azienda; pertanto è incomprensibile l’ostilità di Governo e maggioranza nel fornire in modo strutturato e continuativo informazioni sull’andamento del Bilancio Pubblico.
UPR non ritiene accettabile tale condizione e la considera stonata in un Paese alla disperata ricerca di trasparenza e in cerca di un nuovo modello di sviluppo. Non vorremmo, e ci auguriamo che il nostro sia un presagio errato, che fra qualche settimana o mese ci sia l’impellente bisogno di reperire finanziamenti per avere un'accettabile disponibilità nel bilancio pubblico. Necessità che magari emergerà a situazione conclamata, con solo le forze di opposizione chiamate a certificare tale condizione.
La trasparenza è un concetto che va declinato sotto molteplici aspetti, soprattutto se si parla di Bilancio Pubblico e non capiamo, o meglio capiamo nella logica della politica dello struzzo, perché ci sia questa ostinazione da parte del Governo e della maggioranza.
Ultimo argomento: non si parla più di spending review. O meglio se ne parla ogni tanto, ma non si capisce se siano stati improntati interventi strutturali e definitivi sull’argomento.
Era uno dei temi forti sui quali era partita la “misteriosa” verifica di governo, materia su cui la maggioranza aveva mostrato crepe profonde e divergenze evidenti.
Ma anche qui, come sta accadendo spesso nelle ultime settimane sugli argomenti caldi dell’agenda di governo, sono sparite le tracce dagli schermi radar, senza capire se non se ne parla per evitare litigi in maggioranza oppure perché il problema è stato risolto.
UPR avrebbe agito in modo diverso, adottando politiche strutturali, trasparenti, con il supporto delle Organizzazioni Internazionali (Fondo Monetario e Banca Mondiale) di cui siamo membri ed in cui paghiamo quote di adesione, che non servono solo per ricevere la visita annuale, ma soprattutto per avere supporti tecnici e formare, altra questione su cui il Governo è latitante, una classe di tecnici sammarinesi.
Comunicato stampa
Unione per la Repubblica