Verifica sui carichi di lavoro dei magistrati: emerse criticità
Doppia convocazione per la Commissione affari di Giustizia: nel pomeriggio ha incontrato il magistrato dirigente. Un ordine del giorno concentrato sulla relazione di giustizia riferita all'anno 2012, dunque ormai un po' datata – basti pensare che tra i cinque commissari con funzioni inquirenti viene citato anche Manlio Marsili, non confermato invece nel suo incarico lo scorso giugno – e sulla relazione aggiuntiva contenente la verifica dei carichi di lavoro, condotta dal magistrato dirigente e dai cosiddetti “giudici superiori”, ossia i giudici delle appellazioni e di terza istanza. La verifica è sull'intera attività del tribunale commissariale, ma certo non sono passate inosservate le dichiarazioni nella relazione 2012, vale a dire le “nuove emergenze nell'istruttoria penale”, dovute anche ad alcune “disfunzioni strettamente dipendenti dall'attività giudiziaria”. Alcune inchieste, anche di una certa rilevanza, sono state smembrate, col risultato di non avere più una visione d'insieme e, conseguentemente, una conclusione. C'è spazio anche per una tirata d'orecchi agli avvocati, il dirigente parla di “aumento della litigiosità, non sempre accompagnata da un adeguato rispetto delle norme deontologiche da parte dei difensori, che affaticano la gestione quotidiana del lavoro. Richieste spesso prive di rilievo concreto – è l'accusa, tutt'altro che generica – sono effettuate ormai durante tutta la settimana”. La verifica dei carichi di lavoro ha dato risultati concreti, nel bene e nel male. Sono stati messi in evidenza fatti processuali, basati sui numeri, come tali non contestabili. Le criticità, anche pesanti, sono emerse, e dopo la diagnosi è attesa anche un'idonea terapia.
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