Verità sull'ISS: "I cittadini devono sapere". Esposto di Libera in tribunale

In Finanziaria le proposte del partito per risolvere i problemi in medicina di base. E sui rapporti politici: "Ciavatta e Rete dimostrino di non subire i diktat democristiani"

Libera torna sulla Commissione IV, quella del faccia a faccia tra l'ex Direttore Generale, rimanente Comitato Esecutivo e Dirigente Cure Primarie: “Essendo segreta, esordisce Matteo Ciacci, non possiamo dire nulla, ma lascia strascichi, emergono potenziali illeciti. La cittadinanza ha diritto di sapere cosa accade nell'ISS, la chiarezza è necessaria per ripartire”. Il partito ha quindi depositato un esposto in tribunale, affinché la magistratura faccia luce sulle forti accuse di Alessandra Bruschi agli ex colleghi, “perché non possiamo parlare di prospettive dell'ospedale – spiega Libera – se lotte politiche impediscono ai vari dirigenti di agire”.

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“In Commissione non c'è stato un allineamento fra quanto sostenuto dall'ex DG e il Comitato Esecutivo”, afferma Ciacci. “La Bruschi diceva di essere stata isolata, osteggiata, di aver subito pressioni politiche, denunciando anche corsie preferenziali per vaccinazioni Pfizer. È la verità? Chi è che ha fatto fare i vaccini agli amici degli amici?”. L'attenzione va poi ad una medicina di base “da riorganizzare completamente”, dopo aver raccolto le continue lamentele dei cittadini su centri sanitari ingolfati, difficoltà nel contattare medici di condotta, assenza di infermieri. Libera presenterà le sue soluzioni sotto forma di emendamenti in Finanziaria. Proporrà fin da subito 300.000 euro del debito nella medicina di base per implementare amministrativi al centralino e potenziare la medicina domiciliare. “Il nostro obiettivo – spiega Michele Muratori– è valorizzare la struttura e i nostri operatori, anche i medici in pensione”, nella consapevolezza che “il debito buono – rimarca – si fa investendo nelle politiche sociali, e non – come accaduto finora – impiegandolo solo in spesa corrente e banche”.

Da Luca Boschi le conclusioni politiche: “Con la scusa della pandemia – attacca – continuano le guerre di quartiere in ospedale, fra chi cerca di gestirlo e la DC, che vi ha un feudo storico”. Si domanda se Ciavatta e Rete “continueranno a subire i suoi diktat pur di stare al Governo”. Da qui la critica al Segretario alla Sanità per non essere stato fedele al motto “la politica fuori dall'ospedale”. “Se ritiene che il Comitato Esecutivo non sia all'altezza lo sollevi dall'incarico e non continui a nominare consulenti che non conoscono la nostra realtà, solo per trovare un punto di incontro con il PDCS”. “Se Ciavatta avrà la forza di portare avanti alcune proposte – aggiunge Ciacci - saremo dalla sua parte. Altrimenti dovremo constatare un cambiamento radicale nella politica di Rete che una volta faceva le grandi battaglie mentre oggi si abbassa supinamente agli ordini democristiani”.

Nel servizio l'intervista a Matteo Ciacci, Libera

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