
Esaurito il comma decreti si apre la discussione sul progetto di legge di rilevanza costituzionale, che arriva in seconda lettura per introdurre- lo ricordiamo- la possibilità al Consiglio Giudiziario di rinnovare il mandato al dirigente del tribunale, per dare continuità all'opera di riforma del sistema giudiziario alla luce dei risultati sino ad ora ottenuti da Giovanni Canzio, “anche in vista del percorso di associazione europea” ha ricordato nell'introdurre il progetto di Legge il Segretario di Stato alla Giustizia, Stefano Canti.
Il progetto di legge equipara, per la guida del tribunale, la figura del magistrato di carriera a quella del dirigente esterno, circostanza finora possibile solo in casi eccezionali e contingenti. Ne ribadisce l'appoggio Iro Belluzzi, di Libera, che sottolinea l'approccio più aperto che si introduce senza alcuna ingerenza nel consiglio giudiziario, Matteo Rossi PSD che definisce l'evoluzione normativa sul punto “work in progress”.
Cauto Gaetano Troina, Motus, che invita a non prendere sotto gamba interventi di natura costituzionale, contrario Nicola Renzi RF “in altri tempi avremmo sentito urlare al colpo di Stato”, le leggi costituzionali non si possono cambiare perché una persona sta vedendo scadere il suo mandato”.
Ma la maggioranza non ci sta: non è una modifica ad personam, toccherà al consiglio giudiziario fare la nomina. “E' un progetto di legge che permette a Canzio di rimanere altri 5 anni” va dritto al punto Emanuele Santi, Rete, che ricorda le criticità del tribunale non siano affatto risolte. A partire dalla piaga prescrizioni “Benvenga la disponibilità di Canzio a rimanere”. La legge è stata approvata dal Consiglio Grande e Generale con 44 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astenuti