Il giorno dopo la crisi è ancora fibrillazione fra le forze politiche. Riunito d’urgenza un vertice di maggioranza dove le tre forze della coalizione hanno ripercorso la convulsa giornata di ieri, valutato gli effetti devastanti dei voti che sono mancati, ragionato sugli sviluppi. Unanime è stata la condanna dell’accaduto, un atto che oltre a mettere in seria difficoltà governo e maggioranza crea uno stato d’affanno al Paese, una fase di stallo, un ulteriore ritardo in attesa della soluzione. L’interpretazione di Alleanza Popolare sullo zampino dei poteri forti trova sponda anche nelle altre forze della coalizione. Di qui la dura e ferma condanna di quanto è successo. Adesso però c’è da stabilire il da farsi, valutare attentamente il futuro della coalizione. Sul centro sinistra c’è chi rilancia ma i numeri non bastano e serve un rafforzamento. Basterà l’allargamento di cui da tempo si parla? E poi a chi aprire, chi imbarcare come compagno di viaggio per chiudere la legislatura prima di tornare alle urne? Quesiti che sono sul tavolo e che devono trovare una risposta. L’alternativa sono le elezioni anticipate, una delle opzioni che nessuno ha scartato.
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