Vertice di maggioranza: terminato l’esame della legge obiettivo
La maggioranza registra convergenze e condivisioni pressoché su tutti i 37 punti del testo, ma restano almeno due aspetti da chiarire, due temi tutt’altro che trascurabili sui quali resta ancora qualche dissonanza: Territorio e Casa da Gioco. Sul primo ci sono alcuni dettagli da mettere a fuoco mentre sul secondo le posizioni di Alleanza Popolare, Sinistra Unita e dei Democratici di Centro, restano quelle già espresse: si apra pure il percorso per la riacquisizione del diritto, e quindi il dialogo con l’Italia, e si arrivi al referendum nel quale la cittadinanza si possa esprimere, rimandando solo a quel momento ogni decisione. Il che significa, atteniamoci a quanto già stabilito nel programma di governo. Si avvicinano invece le posizioni sulle residenze, altra questione spinosa sulla quale si è trovata l’intesa auspicata e grossi passi in avanti sono stati compiuti per l’adozione del progetto McKinsey, per il quale resta solo qualche piccolo dettaglio da definire. Termina quindi, anche se con qualche riserva ancora attiva, il confronto sugli obiettivi, adesso toccherà ad un apposito gruppo di lavoro ristretto, incaricato di stendere il documento finale, chiudere il capitolo programmatico. Il tavolo della maggioranza però resta aperto, perché ora il dialogo si sposta sul piano prettamente politico, sul rafforzamento cioè della coalizione, sull’ipotesi di allargamento agli Europopolari. Un punto, questo, che vede tutti fermi sulle proprie posizioni: Alleanza Popolare ribadisce che la maggioranza c’è e ritrovata la compattezza può operare senza ulteriori supporti. Quello con gli Europopolari, per AP, è un cammino che si deve avviare sulla strada della futura coalizione, quella che dovrà presentarsi agli elettori secondo i dettami della nuova normativa. Sinistra Unita vuole prima verificare le condivisioni degli EPS ai punti indicati nella legge obiettivo e poi avviare il percorso di coalizione, anche per loro guardando al futuro. Alessandro Rossi, affida ad una nota il suo sfogo e parla dell’assenza di un chiaro e unico disegno di società voluto da tutti gli alleati, di debolezza politica di alcuni degli uomini della maggioranza, di tensioni interne al PSD, che sembra non sappia – scrive – o non voglia parlare francamente, di inflessibilità, non sempre utile, di qualche alleato, della disorganizzazione di altri. Le debolezze – afferma il capogruppo di Sinistra Unita – si superano solo se si crede in questa maggioranza, se si è tutti convinti che questa coalizione può cambiare in positivo il volto al paese, ma lo deve fare agendo sul filo delle cose possibili e accettabili da tutti i suoi componenti. Per Rossi a dare il segno del cambiamento basterebbe dare corso a quei progetti condivisi, lavorando tutti per il cambio di passo, guardandosi in faccia e parlandosi chiaramente. Ci piace la politica della franchezza – aggiunge – e non analizzare una legge omnicomprensiva senza che vengano spiegati tutti i retro pensieri del suo contenuto. Aspettare un amante potente e bello che ci faccia credere che con lui governare è più facile – conclude – è solo certificare che questa maggioranza non riesce o non vuole governare da sola, e a quel punto sarebbe più seria una separazione consensuale e andare ognuno per la propria strada.
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