Vertice Napolitano - Monti sul crack in Sicilia
E la Sicilia, che rischia il default finanziario come la Grecia, tiene banco sulla scena politica italiana. Dopo aver chiesto le dimissioni del governatore Raffaele Lombardo, il quale però fa orecchie da mercante trincerandosi dietro lo Statuto regionale, Mario Monti ha avuto sull’imminente crac siciliano un incontro con il presidente Napolitano. Un faccia a faccia di oltre un’ora chiesto dal premier che lo stesso inquilino del Quirinale ha definito “urgente ed imprevisto”, legato alla gravità della situazione finanziaria della Regione che, secondo il professore, potrebbe seriamente compromettere il labile equilibrio dei conti pubblici italiani.
E continua il braccio di ferro tra Napolitano ed i giudici di Palermo, contro cui il Quirinale ha sollevato conflitto di attribuzione per la pubblicazione delle intercettazioni del presidente della Repubblica sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. Se il procuratore di Palermo Messineo conferma che la trattativa effettivamente ci fu, Di Pietro continua a picchiare duro su Napolitano. “Il Capo dello Stato non vuol far sapere cosa è successo”, tuona il leader di Idv, scatenando le reazioni non solo del Quirinale ma anche di Bersani.
Intanto nella Lega Maroni mette alla porta Bossi. “Non ha nessun potere”, dice, smentendo qualsiasi influenza del Senatur nel Carroccio.
Franceco Bongarrà