In agenda c’è l’attesa e tormentata nomina del Presidente di Banca Centrale, che in questa occasione si annuncia più serena, ma c’è anche qualche altro punto piuttosto spinoso: come la discussione sulla giustizia, che partirà dalle dimissioni, poi revocate, del giudice Buriani. C’è poi la presentazione della legge sui terreni dello Stato, per modificare le norme sulla loro cessione. Ambientalisti e forze di minoranza hanno manifestato la loro contrarietà, ma anche fra i banchi della maggioranza potrebbe esserci qualche perplessità. Si dichiara compatta nel ruolo di opposizione la coalizione Riforme e Libertà, ma allo stesso tempo si dimostra impegnata ad interrogarsi sul proprio futuro, evidenziando qualche mal di pancia. I Democratici di Centro non hanno condiviso le posizioni di Sinistra Unita sul testamento biologico e mal sopportato la proposta solitaria sul candidato di Banca Centrale. Sorpreso della fuga in avanti anche il PSD che ha abbozzato. Per gli osservatori più attenti le opposizioni corteggerebbero nuovi interlocutori al centro dello schieramento politico. L’apertura, per il PSD, è arrivata da Antonio Carattoni, che ha proposto al suo partito un ragionamento politico, seguito dalla cosiddetta componente socialista, mentre i Democratici di Centro l’hanno affidata ai loro organismi interni. Sinistra Unita non sta a guardare e penserebbe ad un bilanciamento di queste aperture. Insomma qualche fermento c’è e potrebbe confermarsi nei prossimi appuntamenti politici: l’assemblea congressuale del PSD il 25 marzo e la conferenza programmatica dei DDC del 18 aprile.
Sergio Barducci
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