Videocamere in scuole e luoghi di cura, Santi: "Sarebbe una grande sconfitta per tutti"
In Consiglio arriva infatti l'istanza d'arengo che chiede l'installazione di telecamere in tutti i luoghi di cura, scolastici ed educativi e dove minori e persone non autosufficienti trascorrano del tempo sotto la custodia di personale preposto. “Troppo spesso – si legge – i media riportano gravi fatti di abuso e maltrattamento di personale qualificato nei confronti di minori o persone non in grado di difendersi. La documentazione filmata fornisce un valido strumento per attuare un lavoro di supervisione degli specifici interventi per migliorarne efficacia e qualità”. La questione apre ad una serie di riflessioni su libertà di insegnamento, ruolo della scuola, sicurezza, cure di persone fragili, malate, incapaci di denunciare e difendersi. Proprio per la delicatezza dell'argomento la politica aveva deciso di rimandarne la discussione. Ad agosto, dal Consiglio dedicato alle istanze, erano state infatti escluse anche il riconoscimento della Palestina e quella contro utero in affitto e fecondazione eterologa. Tutte e tre richiedevano infatti una riflessione approfondita. Ora le troviamo all'ordine del giorno. Non si scappa, l'Aula dovrà decidere. In Italia tra i favorevoli di sistemi di videosorveglianza, oltre al Codacons, anche Matteo Salvini. Contrari, invece, i nostri Governanti. “Capisco bene le preoccupazioni di un genitore o di chi affida familiari a strutture che li ospitano – dice Guerrino Zanotti - ma non possiamo spingerci troppo oltre nel volere entrare nelle vite delle persone con monitoraggi costanti”. “E' una logica che contrasterò con tutte le mie forze”- dice il Segretario alla Sanità. Lo stato di polizia e controllo – afferma - non c'entra nulla con la mission della scuola e dei luoghi di cura. Sarebbe una grande sconfitta”. Per Franco Santi verrebbero meno fiducia ed empatia, concetti fondamentali in questi ambienti. “Il controllo dei luoghi di lavoro dove si educa e ci si prende cura delle persone – dice - si realizza attraverso un rapporto di professionalità, formazione e valutazione del personale addetto”. Non resta che attendere gli sviluppi di un dibattito in cui potrebbe entrare anche la recente disciplina europea in materia di protezione dati.
MF