Voto estero e articolo 7, è polemica
“O Morganti non è informato o vuole fare polemica a tutti i costi”. Il segretario agli Interni replica contrariata a quello che ritiene un attacco personale e invita fermamente a non confondere il ruolo istituzionale con quello politico e a non mettere in discussione la sua imparzialità. “Ciò che impedisce l’inserimento dei giovani residenti all’estero non è – dichiara - un motivo futile o burocratico, ma il rispetto della legge elettorale che fissa al 28 febbraio la data ultima e irrevocabile per il completamento delle liste elettorali”. La questione riguarda circa 650 cittadini diventati maggiorenni dal 2000 ad oggi, da quando cioè quell’articolo 7, oggi abrogato, fissò le regole in materia. “Il Consiglio Grande e Generale – spiega il segretario agli Interni – avrebbe dovuto prevedere con apposito articolo di legge la riapertura straordinaria delle liste elettorali dell’anno 2008, come fece nel 2007 a seguito dell’istituzione dei seggi esteri. Ma così non è stato. La divergenza riguarda anche i costi effettivi dell’articolo 22 della nuova legge, teso a favorire la comunicazione delle forze politiche. La spesa prevista per la propaganda elettorale – spiega il segretario Ciavatta – è di 600mila euro. Avevo proposto di limitare alcune attività previste da quell’articolo, per ragioni di buon senso e di sana amministrazione, senza nulla togliere all’informazione e alla parità e Morganti queste cose le dovrebbe sapere”.