Voto estero, la Consulta: “Ci dispiace"
Già al lavoro l’avvocato Renzo Bonelli che sta valutando i passi successivi da qui alle elezioni ed eventualmente dopo. Il legale della Consulta si aspettava comunque una reazione diversa da parte delle istituzioni: “Pensavo che al rigetto del ricorso – dice Bonelli – esprimessero rincrescimento e l’intenzione di intervenire, mentre hanno semplicemente ribadito di aver agito secondo la legge”. “La decisione del commissario Felici, sotto forma di sentenza, è inappellabile - prosegue l’avvocato - ma riteniamo sia impugnabile in sede amministrativa dal momento che si tratta di un provvedimento di questo genere. Nella sentenza si evince in sostanza che quando i diritti sono enunciati non basta per esercitarli, uno dei punti di forza dell’intervento del segretario Ciavatta allora mi chiedo: perché si fa lo sciopero che è solo enunciato e non c’è legge che lo prevede?”. “Tutte le strade legittime e possibili saranno tentate. Un passo necessario per la Consulta dal momento che ogni eventuale ricorso al tribunale di Strasburgo è fattibile solo dopo aver esaurito tutte le azioni del nostro ordinamento. Anche perché – conclude Bonelli – questo è uno degli argomenti che da l’immagine a un paese”, lasciando intendere come possa venire offuscata dal fatto che il 2% della popolazione non potrà votare.