Voto in Sicilia, il centrodestra si accaparra la Regione. Crollano affluenza e Pd
Due le certezze: il crollo dell'affluenza e quello del Partito Democratico. In Sicilia le urne si sono chiuse alle 22 di domenica ma lo spoglio è iniziato solo dieci ore dopo, un “buco” che non ha mancato di suscitare preoccupazioni. Nonostante più di un siciliano su due abbia disertato le urne, il candidato del centrodestra, Sebastiano Musumeci detto Nello, diventerà presidente di Regione, anche grazie a un centrodestra che si è presentato compatto: prove generali di coalizione per il prossimo voto politico di marzo? Il candidato che gli ha tenuto testa fino all'ultimo è stato Giancarlo Cancelleri, M5S.
Il primo effetto del nuovo scenario politico, con Berlusconi e soci tornati prepotentemente alla ribalta, è stato l'annuncio di Luigi Di Maio che ha cancellato il previsto duello televisivo con Matteo Renzi: “Non è più lui il principale competitor”, lo ha liquidato il pentastellato vice presidente della Camera. Male infatti il Pd in Sicilia, Fabrizio Micari non arriva al 20% e non sarebbe stato competitivo neanche con l'altra lista di sinistra che appoggiava Claudio Fava, ma è certo che, diviso, il centrosinistra sembra destinato alla disfatta.
Scenario simile anche a Ostia, X Municipio di Roma commissariato due anni fa per mafia, e dove ha votato uno su tre: Giuliana Di Pillo, 5Stelle, se la vedrà con Monica Picca di Fratelli d'Italia.
Eclatante il 7,65% di Casapound che dunque sarà determinante al ballottaggio del 19 novembre.
Francesca Biliotti