Voto e società. "Disintermediazione": l'analisi di Pierluigi Battista
Quella che era apparsa come una liberazione dalle ideologie, porta, secondo Battista, al forgotten man: un uomo escluso da tutti e solo con la sua tastiera. Il disprezzo dei partiti predicato in questi ultimi anni, a causa delle loro strutture elefantiache gonfiate a dismisura dalle risorse pubbliche, ha eliminato tutte quelle strutture intermedie rappresentate proprio dalle sezioni dei partiti stessi: lì ci si riuniva, si discuteva, ci si incontrava. Stessa sorte è toccata al sindacato, ai cinema di quartiere, alle parrocchie. Il sociologo statunitense Riesman aveva definito questa deriva "follia solitaria".
E così non si va a votare e, se si va, "si vota quelli che ti sembrano l'unica comunità rimasta, capace di dare una lezione a quelli che contano"; coloro che incarnano la ribellione.
Ma in fondo anche la nazione, conclude Battista, è diventata un ferrovecchio, salvo quando la nazionale vince i mondiali.