Daniele Silvestri, Acrobati è il mio disco più bello
"Quelli con il trio sono stati due anni affascinanti e ricchi di stimoli a livello musicale - spiega Silvestri -, ma hanno avuto la loro importanza anche dal punto di vista psicologico: ho avuto la sensazione di aver chiuso un cerchio. Ho ritrovato - e la considero una grande fortuna - la libertà degli inizi, quella libertà che ora a 47 anni ho imparato a usare, e che a 24 quando ho iniziato forse non mi rendevo conto di avere. E' il momento per percorrere strade nuove". Il risultato di un nuovo entusiasmo ritrovato è un disco che recupera echi del passato con una consapevolezza più matura.
Diciotto brani che avrebbero potuto essere molti di più. "E' vero, nel cassetto ne sono rimasti molti, è stato un periodo molto prolifico. A un certo punto ho dovuto mettere un punto, altrimenti Acrobati non sarebbe mai stato pubblicato: ho lavorato su 40 canzoni, ridotte a 27 ancora negli ultimi dieci giorni. Vuol dire che il prossimo disco magari arriverà prima del mio solito...", scherza Silvestri, il cui album precedente, S.C.O.T.C.H., risale a cinque anni fa. Non casuale la scelta del titolo del disco, sulla cui copertina troneggia lo stesso artista su un filo tra le nuvole.
"Oltre al fatto che Acrobati è nato in maniera acrobatica, da uno smartphone pieno di appunti, descrive bene la condizione umana attuale: siamo funamboli alla ricerca di un equilibrio, politico, sociale, emotivo. Un equilibrio tra la gestione quotidiana delle nostre vite e la necessità, spesso frustrata, di avere delle prospettive, in un mondo che di prospettive ne offre poche. Siamo sospesi nel vuoto senza rete". Qua e là, tra i 18 brani, spuntano delle autocitazioni (come il ritornello "salerò" in La Guerra del sale, di sanremese memoria con Salirò - "è stato uno scherzo di Caparezza, con il quale ho duettato") e immancabili riferimenti all'attualità. In La mia casa un verso cita il Bataclan, il teatro parigino insanguinato dagli attentati di novembre. "La strofa su Parigi c'era già, mi è sembrato naturale inserirlo. La canzone vuole prescindere dai luoghi usati in contrapposizione. Da uomo, ma forse ancora più da musicista per quel che significa per noi il palco e la quella sorta di liturgia che è un concerto, sono stato colpito da quell'onda di violenza". Silvestri, che ci ha sempre messo la faccia, si esprime anche sulle unioni civili, che tengono banco in Parlamento e hanno fatto discutere anche al Festival di Sanremo, con l'invasione sul palco dei nastri arcobaleno: "Sanremo è stata la dimostrazione che il Paese reale è molto più avanti della classe politica". Lui comunque al Festival ha scelto di non andare "perché avrebbe significato concentrarsi troppo su una sola canzone, mentre io volevo dare spazio e attenzione a tutto il disco. Anche con il trio avevamo deciso di non andare perché quella che era una nostra esigenza personale si sarebbe trasformata in un'operazione commerciale". Oltre a Caparezza al disco hanno collaborato anche Diodato, dellera, i Funky Pushertz, Diego Mancino. Dal 27 febbraio (il via da Foligno) Silvestri porterà Acrobati anche in tour, con le prime date già sold out. Il 2 marzo, inoltre, su Sky Arte Hd andrà in onda in prima serata uno speciale sulla realizzazione di "Acrobati".