Dare del "bimbominkia" sui social potrebbe costarvi l'accusa di diffamazione aggravata
L'epiteto qualifica una persona scarsamente dotata culturalmente con poca capacità linguistica, ma da adesso è reato
Ebbene si, la Cassazione si è espressa e dopo una sentenza delle sue non si può scrivere ‘bimbominkia’ sui social. Con questo "appellativo" si intende una persona scarsamente colta e con limitate capacità linguistiche, ma secondo la Corte di Cassazione violerebbe la dignità della persona alla quale è indirizzata, invocando il diritto di replica infatti si sfocia nel reato di "diffamazione aggravata". L'episodio che ha portato a tutto questo vede per protagonista un animalista che sui social avrebbe etichettato un presidente del consiglio regionale, con l'hobbie della caccia, come vigliacco,infame e assassino.
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Tutto questo post-mortem del medesimo. Per la cronaca l'animalista, per questi suoi epiteti è stato condannato al risarcimento della famiglia del presidente con 60.000 €. Inoltre le offese hanno scatenato l'ira delle amicizie del defunto al punto che una di queste ha etichettato l'animalista con il termine tanto odiato, "bimbominkia" appunto. La parola è stata messa a disposizione di oltre 2000 persone, tanti sono gli iscritti della pagina dove è stata postata, quindi anche per lei è scattata la condanna, giustificata dal fatto che la parola ha avuto come ribalta un gruppo di Facebook che vanta un numero molto alto di iscritti.