CULTURA

Galateo 2.0, meno regole più smart

Si chiama "#BonTonTips", sono i consigli contemporanei per la nuova socialità

Il libro della buona educazione si intitola "Galateo de' costumi" più comunemente noto come Galateo, il suo autore è Giovanni Della Casa, fu scritto tra il 1551 e il 1555, e pubblicato postumo nel 1558. Lo intitolò così perché volle dedicarlo al suo amico Galeazzo Florimonte, vescovo di Sessa Aurunca in Campania, che gli aveva consigliato di pubblicarlo. Galeazzo deriva dal latino Galatheus, per questo motivo, le norme di «buona creanza» si chiamano Galateo, ma solo in Italia: all’estero si usa il corrispettivo «etichetta», ma per farsi comprendere ovunque il termine corretto è il francese bon ton. Da allora sono trascorsi cinque secoli, nel tempo molte indicazioni sono state riscritte e adattate ai costumi e alle usanze dei tempi.

Ai tempi nostri il bon ton ha regole meno rigide e più smart, nonostante  queste debbano mantenere l’obiettivo e lo spirito originale del Galateo. In particolare la disposizione dei vari elementi sulla tavola, far sentire gli ospiti a casa propria, farsi apprezzare per il buon gusto. Ed è questo motivo che ha spinto "Sambonet", brand di riferimento per le posate e la tavola contemporanea, a attualizzarne alcuni passaggi, presentando i suoi #BonTonTips, 10 consigli per stare in tavola oggi e domani, allentando lo stile impostato, ma che sia più vivace e coerente coerente con un modo di vivere contemporaneo.

Anche l'essere educati si evolve con il passare del tempo.

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