Il Cavatappi la sua storia
Potrebbe essere databile alla metà del XV secolo, di sicuro a Sala Baganza in provincia di Parma all'interno del museo del vino c'è quello del cavatappi.
Avete presente il cavatappi? Chi non ne ha uno in casa in fondo ad un cassetto ? L’origine del cavatappi potrebbe essere databile alla metà del XV secolo, probabilmente derivata dall’attrezzo a spirale usato dai soldati per rimuovere le palle di piombo incastrate nelle canne dei fucili ad avancarica.
Secondo un’altra ipotesi il precursore dei cavatappi sarebbe stato il punteruolo per botti: in una pala d’altare databile alla metà del 1400. Negli ultimi tre secoli, a partire dalla sua forma “essenziale”, sono state sviluppate numerose tipologie e varianti.
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Nel 1795 il reverendo Samuel Henshall vissuto tra il 1765 e il 1807) registrò in Inghilterra il primo brevetto per un cavaturaccioli, favorendo il passaggio dalla produzione artigianale quella in serie. Da allora fu un susseguirsi di innovazioni e brevetti: agli inizi del XIX secolo nacque il cavatappi detto “a farfalla”; nel 1828, in Francia, quello “a rubinetto”, dieci anni dopo quello “a doppia vite”.
Per avere il primo brevetto italiano sarà necessario attendere il 1864. Nacquero poi i cavatappi “a cremagliera” o “a pignone” e quelli “a manovella”, che ricordavano dei mini macinini da caffè; il cavatappi che noi più conosciamo, “a leve laterali”, risale alla fine dell’Ottocento.
Al cavatappi e alla sua storia sono dedicati in Italia i musei di Barolo (CN) e di Montecalvo Versiggia (PV). Ma anche nel “Museo Martini di storia dell’enologia” di Pessione (TO) e nei musei di Villa Mazzucchelli a Ciliverghe (BS) vi sono sezioni sul tema.
Nella raccolta esposta nel Museo del Vino di Sala Baganza i cavatappi sono suddivisi per tipologie: figurativi, multiuso, tascabili, a leva, a meccanismo e semplice a T.