In lockdown, anche i pesci si deprimono
E' successo in Australia, hanno mostrato segni di malessere dopo che la struttura è stata chiusa al pubblico
Possiamo dirlo senza timore di essere smentiti, anche i pesci in Lockdown hanno mostrato segni malessere dopo che la Cairns Aquarium, struttura che li ospita è stata chiusa al pubblico per l'emergenza coronavirus. Diversi pesci del Cairns Aquarium, in Australia, hanno mostrato segni di una vera e propria depressione dopo che la struttura, a metà marzo, è stata chiusa al pubblico a causa della crisi della pandemia di Covid-19. I biologi marini hanno spiegato che i pesci sono diventati letargici e disinteressati al loro ambiente, da quando non hanno più avuto interazioni con i visitatori.
Alcuni si sono nascosti negli angoli più bui delle loro vasche. E addirittura una cernia del Queensland di nome Chang ha smesso di mangiare per diverse settimane. Un biologo marino in una intervista televisiva ha poi spiegato che i pesci sono esseri curiosi, apprezzano il fatto di avere sempre qualcosa di nuovo da osservare, esplorare e vedere delle persone che camminano davanti a loro può diventare una sorta di stimolo. Anche se a noi umani sfugge , i pesci possono vedere fuori dall’acquario e scrutare le persone che li guardano, apprezzando l’interazione con gli umani», ha spiegato il biologo marino. «A loro piace osservare i volti nuovi e i diversi colori che indossano gli uomini». Per questo i gestori dell’acquario hanno pensato di assumere un nuovo sub per nuotare con i pesci, tenere loro compagnia e aiutarli ad affrontare la depressione. I pesci sono sensibili perché la loro neurochimica assomiglia molto a quella degli umani: proprio come succede agli esseri umani si deprimono, anche nei pesci i livelli di serotonina e dopamina fluttuano.
Secondo la rivista National Geographic, anche negli animali è possibile misurare alcuni aspetti della depressione: uno dei suoi sintomi principali è l’anedonia, vale a dire la diminuzione e la perdita di interesse nelle attività piacevoli, alcuni sono arrivati a nascondersi negli angoli più bui delle loro vasche altri interrompendo qualsiasi forma si attività come ad esempio il sesso. «C’è molto di più nel cervello di un pesce», afferma Richard Fitzpatrick, biologo marino della James Cook University, «di quello che la maggior parte della gente si aspetterebbe»