“L’importante non è vincere, ma partecipare”
Frase attribuita al Barone Pierre de Coubertin, ma la pronunciò per primo il Vescovo Ethelbert Talbot durante un omelia
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A Londra nel luglio del 1908 si stavano concludendo i giochi olimpici. Terminarono infatti il 24 dello stesso mese, con un banchetto di commiato, che si tenne alla fine del programma atletico. Al tavolo tra gli altri sedeva anche il barone Pierre de Coubertin, il fondatore dei Giochi Olimpici moderni.
A conclusione del banchetto il barone tenne un discorso che conteneva una frase come: “L’importante non è vincere, ma partecipare”. Citazione che in realtà è il risultato di una catena di rimandi e travisamenti. Nel corso dei secoli poi divenuta una sorta di giustificazione o anticipazione, a uso e consumo, di quelli che sanno di non poter aspirare alla vittoria.
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Ma alla fine del programma atletico dei Giochi di Londra, il 24 luglio 1908 alle Grafton Galleries, il Barone, nel suo discorso la riportò come citazione di un vescovo anglicano della Pennsylvania: «L’importante in questi Giochi non è vincere ma prendervi parte». Il vescovo che la pronunciò era, Ethelbert Talbot, della diocesi di Bethlehem, Central Pennsylvania.
La frase faceva parte di un’omelia scritta per gli atleti alla V Conferenza Pan-anglicana che si era svolta a Londra l’estate della terza Olimpiade. In sostanza il religioso sosteneva questo: «I Giochi in sé valgono più delle gare e dei premi. San Paolo ci dice quanto insignificanti siano i premi…e anche se uno solo si cinge d’alloro, tutti condividano la gioia di gareggiare».
Pierre de Coubertin la riportò semplicemente ad una cena, ma tanto è bastato affiché gli fosse attribuita la frase come farina del suo sacco....