La cintura di Castità come la conosciamo noi non era figlia del Medioevo
Sempre ammesso che sia realmente esistita, vide la luce solo nell' Ottocento
Le cinture di castità sono diventate nell'immaginario collettivo il simbolo per eccellenza della sessuofobia. Tutti concordi nel collocare la nascita di tale strumento di tortura in epoca medioevale. Stando alla leggenda venivano imposte alle mogli dai cavalieri al momento della partenza di questi ultimi per la guerra. Una sorta di cassaforte che custodisse la fedeltà della sposa in loro assenza. E per quanto questi manufatti o strani marchingegni di metallo affollino gli scaffali di castelli e mostre sul Medioevo, sappiate che si tratta di falsi storici. Secondo le descrizioni che arrivano dalle epoche che si dice videro l'uso i tale "orpello", la classica cintura di castità poteva essere di cuoio o di metallo ed era arricchita, in maniera più o meno sofisticata, da bande di ferro rivestite internamente di pelle a copertura dei..."preziosi" genitali femminili.
Vi erano poi due piccole aperture poste in corrispondenza degli orifizi, avevano la funzione di permettere l’espletamento delle funzioni fisiologiche. Aperture studiate in maniera ma impedire però la penetrazione. È convinzione comune che abbiano visto la luce e siano state introdotte nel periodo delle Crociate, facenti parte del corredo dei cavalieri che dovendo recarsi in Terrasanta per combattere o compiere il santo pellegrinaggio, volevano farlo nella massima tranquillità evitando di ritrovarsi poi con prole illegittima. All'epoca le rivendicazioni del titolo da parte di bastardi erano fra i più frequenti argomenti di dissidi familiari. Attenzione, la prima attestazione di uno di questi aggeggi o oggetti del genere, la troviamo in un manoscritto con tanto di disegni di macchine da guerra, strumenti di tortura e altri arnesi immaginari. L'opera è di Konrad Keyser (1405) ed è conservato nella biblioteca di Gottinga sotto il nome di “congegno fiorentino”.
Ma le cinture di castità che tutti noi conosciamo sono in realtà di fabbricazione ottocentesca, quindi un’invenzione di origine e fattura molto più tarda rispetto ai famigerati “secoli bui”. In conclusione ci sono poi alcuni odiosi strumenti di repressione sessuale, sia femminili che maschili, che avrebbero origine all’epoca vittoriana. Si pensa venissero progettati per impedire che gli adolescenti l'autoerotismo. Alcuni di questi pensati per la notte, emanavano addirittura leggere scariche elettriche per prevenire o sedare all'istante ogni eccitazione, anche se di natura del tutto involontaria.
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