SPORT

Le verità scomode di un ex arbitro di serie A

Claudio Gavillucci si toglie i sassolini dalle scarpe raccontando i retroscena del mondo del pallone

Le "giacchette nere", una volta gli arbitri erano chiamati in questo modo per via delle giacche che portavano sopra ai pantaloncini mentre arbitravano le partite di calcio, sono da sempre nell'occhio del ciclone. Vuoi per un rigore non dato, un fuorigioco generoso o un fallo in area non sanzionato. Poi, come se non bastasse, la lega non li aiuta certo impedendo loro di rilasciare qualsiasi dichiarazione a fine gara... che forse non è poi così male. Il protagonista di questa vicenda si chiama Claudio Gavaillucci, ha arbitrato in Serie A tra il 2013 e il 2018. Lui è passato alla storia per aver sospeso un Sampdoria - Napoli nel Maggio del 2018 a seguito di cori razzisti all'indirizzo di Kalidou Koulibaly  difensore dei partenopei.


Circa un mese dopo questa sua decisione a Claudio Gavilucci gli viene notificato che non potrà più arbitrare nella massima serie del campionato italiano di calcio. Claudio, ha deciso di raccontare quello che succede nel mondo dorato del pallone in libro in uscita in questi giorni, dal titolo 'L'uomo nero',le verità di un arbitro scomodo. Ad aiutare il Gavilucci in questa operazione ci sono anche le giornaliste Manuela D'Alessandro e Antonietta Ferrante, ne è uscito il "racconto dell'arbitro che ha osato mettere in discussione un sistema rivelandone ombre, condizionamenti e opacità", la testimonianza di un uomo di sport che ha finito la sua carriera arbitrando nei campetti di provincia. Un viaggio all'interno del mondo arbitrale supportato anche dalla pubblicazione di documenti inediti, ma soprattutto cercando di dare le risposte giuste alle domande che da sempre attangliano i tifosi, in primis quanto guadagnano gli arbitri?, Quanto incidono i media sulle valutazioni dei direttori di gara? Che contratti e che tutele hanno? Sono davvero indipendenti? Che cosa ha prodotto l'introduzione del Var?" Poi la madre di tutte le domande: "esiste una sudditanza psicologica rispetto ai club più blasonati?" Gavilucci non accettando la decisione di estrometterlo decisie di ricorrere al TAR, causa tuttora pendente, introduce il lettore nelle segrete stanze di una realtà che fa dell'assoluta riservatezza la sua bandiera".

"L'Uomo nero" in buona sostanza è un libro-denuncia, così lo presenta lui stesso, di "logiche e meccanismi di potere nella cabina di comando del sistema arbitrale".


 



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