Negramaro al Festival 13 anni dopo “Un gesto d’amore per chi ci eliminò”

Furono la sorpresa dell’edizione 2005 del Festival di Sanremo. Nel bene, perché lì la loro carriera fece un grande balzo in avanti, e in negativo, perché furono subito eliminati. Tra una settimana i Negramaro risaliranno su quello stesso palco (per la prima volta da allora), come super-ospiti: «Ma non c’è astio, questo è un amore che torna», assicura Giuliano Sangiorgi, che confessa: «Siamo contenti ed emozionati. Per noi è un “nuovo punto di partenza”, come cantiamo nel nostro ultimo disco».
Tredici anni fa erano in gara tra i giovani. Quando Mentre tutto scorre venne esclusa dal voto popolare, il conduttore e direttore artistico Paolo Bonolis non voleva crederci: «Ma siete sicuri che siano questi gli esclusi?», disse guardandosi intorno. Sbigottimento sul palco, in platea e in sala stampa... «Me lo ricordo benissimo - ridacchia Giuliano - è diventato bianco e poi paonazzo. E noi con lui. Bonolis chiese se per caso non gli avessero dato il foglio sbagliato. Per lui il nostro era il pezzo più bello di Sanremo».
E invece i Negramaro erano fuori: addio Ariston. «Però cantammo lo stesso due volte, forse era destino. Alla prima esibizione un problema tecnico ci danneggiò, e secondo il regolamento avremmo dovuto ricantare. Be’ io non volevo: tornare di nuovo sul palco? No no...».
E fu fine della storia dei Negramaro a Sanremo, anche se comunque un premio lo portarono a casa, quello della Sala Stampa Radio & Tv: «Per noi fu una festa - continua Giuliano -. Ci sono fan che hanno criticato il nostro ritorno, ma per noi è la chiusura di un cerchio e un nuovo punto di partenza. Non c’è astio. Quell’anno ci divertimmo un sacco, eravamo i “terroni” della situazione, sempre pronti a far festa...».
L’eliminazione li turbò ma non li affondò: «Noi volevamo far sentire la nostra musica agli italiani e sognavamo di fare la strada di quelli esclusi, incompresi, che poi ce la fanno». Allora non potevano sapere che avrebbero avuto successo, anche se nemmeno pareva così improbabile: «Non eravamo perfetti sconosciuti, suonavamo già nei club e le nostre canzoni erano nella colonna sonora del film di Alessandro D’Alatri, La febbre, che sarebbe uscito dopo il Festival. E quando il film uscì il nostro disco vendette ottanta-novantamila copie in un weekend». Il successo stava arrivando con una forza inaspettata: «Quando dicemmo a Caterina Caselli che volevamo andare a Sanremo lei rimase stupita - scava ancora nei ricordi Giuliano -: eravamo una band underground, riempivamo i club da 3-4 mila persone, cosa c’entravamo col Festival? Insistetti per portare Mentre tutto scorre, anche se avevamo brani più adatti come Estate o Solo3minuti. Ma noi volevamo portare proprio una canzone come quella: il manifesto di quella che sarebbe stata la nostra carriera». Col senno di poi si può dire che la scelta fu azzeccatissima, anche perché le radio iniziarono subito a trasmetterla e oggi è una delle più amate dai fan.

fonte La Stampa

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