Prince attacca lo schiavismo discografico
Più battagliero che mai, l'artista di Minneapolis ammonisce anche i giovani artisti: "Non firmate quei contratti"
Non c'è pace tra Prince e l'industria discografica. Ventidue anni dopo lo scontro con la Warner che spinse l'artista di Minneapolis a modificare per un certo lasso di tempo il proprio nome (“The Artist Formerly Known As Prince”), nuove schermaglie si accendono sullo sfondo dei mutevoli paesaggi digitali. “Per definire i contratti discografici userei il termine schiavismo”.Il fulmine non arriva a ciel sereno: si inserisce nella promozione del nuovo album HitNRun, che sarà distribuito il prossimo 7 settembre in esclusiva sulla piattaforma online Tidal. Nei confronti del servizio streaming di proprietà del rapper Jay Z e di una dozzina di altre popstar , Prince usa invece parole gentili: “Jay Z ha speso 100 milioni di dollari, soldi suoi, per costruire la piattaforma. Dobbiamo sostenere gli artisti che cercano di occuparsi direttamente delle proprie cose”.