Quando la scienza ti aiuta nei problemi di tutti i giorni
E' di un bioingegnere la tecnica per diventare un infallibile "cacciatore di mosche"
Quante volte leggendo articoli su riviste o giornali ci siamo sentiti più sollevati o rinfrancati alla frase " lo conferma la scienza". Immaginiamo gli scienziati come persone austere in luoghi avveniristici collocati in punti irraggiungibili della galassia, sempre vestiti con il loro immacolato camice bianco mentre discutono attorno a provette fumanti contenenti liquami dai colori più strani. Oppure impegnati a sperimentare macchine strane o studiare come rendere banale l'impossibile. Questi sono gli scienziati nella fantasia, sono studiosi che quando dicono loro una cosa a noi cambia la vita. Per noi sono sempre alle prese con problematiche importanti come salute, qualità della vita, conquiste spaziali, a mettere a punto le tanto attese auto ad acqua, ma mai ci saremmo aspettati che studiassero una tecnica per diventare "killer di mosche" e per di più infallibili!
Bene, nel 2008 un bioingegnere si è ingegnato, (scusate ma non trovo altre parole) per mettere a punto la prima tecnica per diventare spietati e infallibili "sterminatori di mosche", ma a volte la realtà supera la fantasia. Michael Dickinson del California Institute of Technology, ha studiato a fondo riuscendo a svelare i segreti del volo del fastidiosissimo insetto, il tutto grazie a sofisticate apparecchiature digitali, arrivando ad osservare che nel giro di 100 millisecondi la mosca riesce a individuare la minacciosa paletta e a mettere in moto le zampe mediane, volando nella direzione opposta. E qui prende il sopravvento il genio che sappiamo tutti essere "fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione" quindi partendo dal punto fermo, poco importa qual è il corpo contundente che si usa per colpire una mosca... si arriva al concetto destinato a rivoluzionare l'esistenza che recita: "non si deve mirare all'insetto, ma puntare un po' più in là", anticipando la sua prossima mossa verso la via di fuga. Concludendo poi:
"Questo significa che prima di spiccare il volo l'insetto deve integrare le informazioni visive sulla direzione da cui proviene il pericolo con quelle raccolte dai sensori delle zampe: per coglierlo in fallo, basta colpire un poco più in là, giocare d'anticipo".
E se lo dice la scienza...