Quiet Quitting
c’è una nuova parola in trend da qualche settimana: Quiet Quitting. La tendenza dei lavoratori a fare il minimo indispensabile sul posto di lavoro.
Tutto nasce da TikTok, c’è una nuova parola in trend da qualche settimana: Quiet Quitting. La tendenza dei lavoratori a fare il minimo indispensabile sul posto di lavoro. L’idea di mettere il proprio benessere personale di fronte alle incombenze lavorative è una sana abitudine sempre più diffusa. Ma cos’è il Quiet Quitting? La definizione di Quiet Quitting non è molto chiara, ma l’espressione si riferisce sicuramente al “lavorare il giusto”. Non sta ad indicare il lavorare male, ma sfruttare le ore “da contratto” per fare tutto ciò che rientra nelle proprie mansioni, ma senza ricorrere a straordinari, orari folli e reperibilità continua.
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La diffusione del Quiet Quitting potrebbe essere la risposta al burnout diffuso che si è registrato sull’onda della pandemia, dello stress crescente e dello smart working che per molti ha voluto dire non spegnere mai il computer e andare in corto circuito per il troppo lavoro.I primi sostenitori di un buon work-life balance sono gli appartenenti alla Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012). Loro, meglio dei loro genitori e nonni, sembrano aver capito quanto sia importante occuparsi anche della propria vita privata e del proprio benessere personale al di là che impegnarsi solo nella carriera. Il denaro e il successo non sono quindi più importanti della salute mentale!