Salvador Sobral, chi è il vincitore dell’Eurovision 2017

Sarà forse perché in fondo era l’unico che era lì per cantare e non per vincere. O forse sarà perchè la musica lusitana, nonostante le grandi tradizioni nel vecchio Continente, non è in realtà mai stata così tanto mainstream da essere conosciuta davvero in Europa, certo è che la vittoria di Salvador Sobral resterà nella storia.
Non solo e non soltanto perché dopo 10 anni ha vinto un brano senza la lingua inglese – segnale importante alla deriva anglofona che il concorso stava prendendo – ma anche perché da due anni a questa parte la vittoria va ad un brano completamente fuori dai canoni eurovisivi.
Lui, Salvador Sobral è il meno eurovisivo di tutti eppure adesso – suo malgrado – è entrato nella storia del concorso, portando per la prima volta il trofeo a Lisbona, nell’anno in cui RTP festeggia il mezzo secolo di trasmissioni.
Fratello d’arte, sua sorella è Luisa Sobral, una delle più famose cantautrici jazz lusitane, con una carriera lunga e importante come le sue collaborazioni internazionali. E’ lei che ha dato il là alla sua vittoria, accettando l’offerta della tv per il nuovo format del Festival da Canção: invitare autori importanti a scrivere canzoni da offrire poi ad interpreti. E lei ha scelto il fratello perché “E’ la più bella voce che io conosca“.
Al netto della cocente delusione per la sconfitta di Francesco Gabbani, è indubbio che ha vinto un brano di grande spessore, interpretato da un artista che rappresenta un mondo, quello del jazz e della musica lusitana, che necessita ancora di essere scoperto per bene.
La sua interpretazione intima e malinconica ha conquistato l’arena, ma adesso per lui arriva il difficile: confrontarsi con quel mondo che lui rifugge, quello dei lustrini e dello show. Oltreché col mercato discografico.
La storia. Dai club di musica jazz al palco più importante d’Europa. La ruota di Salvador Sobral è girata all’improvviso.”E’ paradossale che io, che ho sempre sfuggito la fama, mi veda ora immerso in questo festival che è l’apice della musica popolare” – disse prima di partire al quotidiano El Pais.
“E’ successo che un giorno mi chiama mia sorella e dice “guarda, mi hanno chiamato dalla RTP perché stanno cambiando il sistema per eleggere la canzone per l’Eurovision, vogliono che compositori emergenti presentino canzoni, vuoi partecipare se ti scrivo una canzone?” Le dico ok, d’accordo, perché c’è brava gente (fra gli autori ndr), ma quando mi ha fatto sentire la canzone non ho avuto modo di dirle di no”.
“La canzone è così bella… e lei mi voleva molto bene lì. Mai avrei pensato che avremmo vinto perché la nostra canzone non ha niente a che vedere col mondo eurovisivo. Forse può suonare pregiudizievole, ma il pubblico mi ha sorpreso, perché ha appoggiato una canzone semplice ma armonicamente ricca. Oggi la gente preferisce ascoltare canzoni con voci più da giocolieri”.
E così come d’incanto, già dopo la sua vittoria al concorso nazionale, le cose sono cambiate: “Il Festival (da Cancao ndr) – disse allora Sobral – già mi ha aiutato con tutto quello con cui poteva aiutarmi, ho già vinto con tutto quello che ho passato, perché mi prendono in considerazione come prima non facevano e il mio disco (Excuse me ndr) si è collocato tra i più venduti”.
“E’ un po’ agrodolce perché lo stavamo cercando da un anno, c’erano pochi auditorium disponibili e poco pubblico, e invece adesso ho una gran quantità di concerti. Il festival ha diffuso la mia musica. Sono molto contento di questo”.
Ora per lui arriva la prova della discografia europea e sarà la vera grande sfida, per un brano lontanissimo dal mainstream.
L’artista. Nato a Lisbona nel 1989, schivo, refrattario al successo e ai media, ha saputo costruirsi una carriera da solo, nonostante gli esordi nel talent show Idolos, versione lusitana di Pop Idol (“Mi iscrisse la fidanzata di allora, andai ma non faceva per me, quello non è un programma di musica, ma di intrattenimento”).
Fugge a Barcellona per studiare psicologia e cominciare a fare musica seriamente. Ed è lì che la sua carriera riparte. Tanti live, il citato album, due singoli, insieme allo studio delle lingue (ha vissuto per un periodo anche a New York e parla perfettamente anche inglese ed italiano).
A Kiev è arrivato solo domenica scorsa, giorno del red carpet, con una speciale dispensa dell’EBU. Sobral soffre infatti di una patologia cardiaca mai bene specificata dalla tv portoghese e dal suo team, che hanno sempre preferito puntare sull’aspetto artistico del cantante. Solo dopo si è saputo che anche i suoi vestiti larghi hanno a che fare con questo problema.
E probabilmente del suo problema non si sarebbe mai nemmeno saputo del tutto, se appunto RTP non fosse stata costretta a chiedere per lui una deroga al regolamento che gli imponeva di essere presente sin dalle prime prove dello scorso 30 aprile: in quei giorni si è infatti sottoposto a dei controlli medici già fissati e al suo posto le prime due prove hanno visto sul palco la sorella e autrice del brano Luisa.
Da sabato il Portogallo, terra del fado, è il centro della musica pop. Tutto questo, con un brano assolutamente jazz. Potenza dell’Eurovision.

fonte Eurofestivalnews.com

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