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Senna-Ferrari un "amore" rimasto un sogno

Piaceva sia a Enzo Ferrari che ad Agnelli quel ragazzino magro, fortissimo e tanto ma tanto educato

Enzo Ferrari aveva un debole per i suoi ragazzi al punto tale che alcuni li vedeva come figli, Gilles Villeneue era uno di questi.



Ma un altro ragazzino lo sarebbe diventato sicuramente nel momento in cui avesse indossato la tuta rossa con il cavallino, il suo nome? Ayrton Senna, nato a Santana, San Paolo, Brasile il 21 marzo 1960.  Da quel maledetto 1° Maggio del 1994 sono passati 26 anni, ma ogni volta la ferita nel cuore di ama la F.1. si riapre e pare sanguinare un pò più copiosamente da quando è trapelata la notiza che voleva il pilota brasiliano vicinissimo a salire sulla rossa di Maranello. Imola Aprile 1991 si corre  il G.P. di San Marino gara che segnerà anche l'ultima vittoria sul circuito emiliano di Senna, le auto già posizionate sulla linea di partenza e i piloti stanno prendendo posizione accanto ai prorpi mezzi prima di salirci. Come in una scena di un film, da sotto una serranda mezza abbassata sbuca la figura di Ayrton Senna che si dirige verso la pit lane.Per arrivare alla sua Mc Laren il pilota carioca passa sotto alla tribuna del circuito gremita di tifosi che al suo passaggio si lasciano andare ad uno scrosciante e sincero applauso. Ayrton naturalmente ricambia salutando con la mano e accompagnando il tutto con uno dei suoi sorrisi, ne aveva sempre uno per tutti. Al suo fianco in quelle breve passeggiata un giornalista "Alberto Sabbatini", raccoglie una frase del campione che lasciandosi andare dopo aver ricevuto tanto affetto  gli sussurra: «Vedi quelle tribune là? Quando correrò per la Ferrari verranno giù dall’entusiasmo!». Non dice “se”, dice “quando”. Un messaggio nemmeno tanto subliminale a chi è al suo fianco.



Correre per la Ferrari era il suo sogno, condiviso da tutti quelli che scelgono di fare per mestiere il pilota di Formula Uno, figuriamoci se non lo era anche di Ayrton Senna. Furono allacciati dei contatti, Senna era già una rivelazione, aveva vinto il, suo primo Gp sotto il diluvio a Estoril, ma poi emersero troppe difficoltà per rompere il contratto con la Lotus che era pluriennale e chiudere l’affare.



E la Ferrari lasciò perdere. La seconda volta a fine ‘90 per iniziativa di Cesare Fiorio. Che aveva compreso che soltanto Senna poteva dare alla Rossa quel boost che neppure Prost riusciva a garantire. Furono adottati tutti i depistaggi del caso da parte di  Fiorio, lo fece contattare in gran segreto tramite il fotoreporter di Autosprint Angelo Orsi, amico personale di Ayrton da diversi anni. L’unico vero addetto ai lavori che aveva anche stretto un rapporto di amicizia solido e sincero con Senna.Sarebbe stato il degno epilogo della carriera del più titolato pilota di Formula Uno della storia. Poi forse, dopo aver vinto con la Ferrari, si sarebbe tolto anche un ultimo sfizio: quello che aveva confidato più volte all’amico Giancarlo Minardi tra un piatto di pastasciutta e l’altro. “L’ultimo anno di Formula Uno lo faccio con te, sulla Minardi. Guiderò gratis. L'ultima trattativa tra Senna e la Ferrari non ebbe modo nemmeno di iniziare, la condusse Luca Cordero di Montezemolo che sentì Ayrton la mattina dell' ultimo gran premio corso dal campione a Imola nel 1994 , i due si lasciarono con il proposito di rivedersi e studiare le possibilità di portare il Carioca in rosso, ma non subito. La realtà era che la macchina di maranello all'epoca non era ancora competitiva ai massimi livelli e questo Senna lo sapeva bene. Poi prima doveva regolare un ragazzino che si stava facendo strada a suon di vittorie, un tedesco tale "Michael Schumacher" un tipetto veloce, molto veloce.....troppo.Lo stesso che era dietro ad Ayrton al Tamburello in quel settimo giro del 1° maggio 1994.



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