Stefano Bollani torna solista e diventa cantautore
All'interno di un album per lo più strumentale che celebra pianoforte acustico e Fender ("Uno strumento vivo sotto le dita, lo porto sempre con me"), le canzoni scritte e cantate da Bollani sono quasi una digressione scherzosa e ironica, in tono con la sua personalità ("Avevo anche scritto una canzone seria e triste sul cuore, ma l'ho scartata prima di averla registrata").
Avvolti da questa aria satirica che discende dal suo idolo Renato Carosone i tre brani portano avanti comunque temi di sostanza e attualità, come la teatrale 'Microchip', cantata e recitata in napoletano, che fa un apologo di come la privacy venga ceduta in cambio della sicurezza; o la title-track 'Arrivano gli alieni' sull'arrivo di un'immaginaria civiltà aliena che controlla lo stato dell'umanità: "Dopo aver constatato il fallimento dei dieci comandamenti ce ne lasciano solo uno, ma non rivelo quale, non volevo che venissero a pontificare come i nostri guru e i nostri governanti, è una critica all'autorità e alla storia umana". Gli alieni sono una metafora del "diverso", spiega il musicista, lui stesso alieno della musica e dichiaratamente contrario ai purismi, fra progetti di jazz, classica e pop che si intrecciano, uno spettacolo teatrale che tornerà in tournée fra marzo e aprile e, prossimamente, anche una nuova edizione del suo programma tv per Rai3 ("Non c'è ancora nulla di ufficiale, ma dovremmo andare in onda entro l'anno scolastico", annuncia). Quanto alla musica dal vivo Stefano Bollani non si ferma mai e fra i prossimi appuntamenti ci sono due date per MiTo: il 15 settembre all'Auditorium Giovanni Agnelli di Torino il pianista eseguirà la 'Rapsodia in Blu' di Gershwin con l'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e il 16 agli Arcimboldi di Milano presenterà per la prima volta dal vivo il repertorio del nuovo disco.