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The Kolors su palco di The 1975 per fare pace con i fan

14 lug 2016
Tutto è nato, qualche tempo fa, da un'intervista negli studi radiofonici di un network. E' lì che i The Kolors, il gruppo che l'anno scorso vinse a mani basse Amici, ha incontrato la band britannica The 1975. E sempre da lì, il passo per un invito di quelli al quale non si può dire di no è stato breve: l'iper 'ciuffato' Stash con i compagni di musica è stato scelto per aprire il concerto del gruppo inglese al PostePay Rock in Roma (stasera, 13 luglio). "Siamo piaciuti a Matthew (Healy, frontman del gruppo, ndr) - spiega Stash, Antonio Fiordispino all'anagrafe -. Lo ha colpito il nostro modo di suonare: molto poco da pop band italiana e più vicino a certe sonorità inglesi. Ci associavano alla Spagna, li abbiamo stupiti". La stessa Everytime, la hit del gruppo che vinse lo scorso anno il talent Amici, spiega il cantante, arriva proprio da quel mondo. "Siamo orgogliosi ed emozionati, soprattutto perché abbiamo cominciato a seguirli prima del loro successo, prima del loro primo album". Il concerto a Capannelle servirà anche a gettare acqua sul fuoco delle polemiche che nelle ultime settimane hanno coinvolto il gruppo e Stash in prima persona. Sembra, infatti, che da qualche tempo, i The Kolors non ne imbrocchino una giusta: prima lo sputo alle telecamere in diretta durante gli Mtv Awards, poi a cascata i fischi al Coca Cola Summer Festival e qualche giorno fa le polemiche per il presunto tentativo di Stash di voler saltare la fila a Pompei per il concerto di David Gilmour. Ma il cantante 28enne non ci sta. "E' un momento no e mi prendo la responsabilità di quello che è successo agli Mtv Awards - ammette Stash -, ma molto di quello che si legge in rete è gonfiato ad arte. Siamo nell'occhio del ciclone e mi rendo conto che fa parte del nostro lavoro. Ho chiesto pubblicamente scusa per un gesto che non rientra nella mia natura. Era giusto farlo, per rispetto ai fan e per rispetto a me stesso. Ma non mi autoflagello. Quello che non mi va, però, è passare per maleducato e per 'ragazzetto montato'. Questo proprio no". Preferisce tagliar corto sull'episodio tv che potrebbe avere incrinato un po' il rapporto con il pubblico ("ero fuori di me per quelli che non sono stati semplici disguidi tecnici"), mentre sui fischi di Pompei spiega: "Qualcuno ha pensato che volessi saltare la fila, ma non è stato così. Cercavo solo informazioni su dove ritirare i miei biglietti, regolarmente comprati come tutti. Un frainteso durato pochi secondi, ma gonfiato ad arte da qualcuno sull'onda della demagogia. Tanto è vero che dopo aver recuperato i miei biglietti, mi sono messo in coda. E' brutto osservare tanta perfidia". Intanto lui continua dritto per la sua strada, al lavoro sul nuovo disco, il terzo della band, che sarà prodotto e registrato tra Los Angeles e Londra. "Ci dovrò lavorare ancora 2-3 mesi", spiega e aggiunge a sorpresa che tra i brani in preparazione c'è anche qualche demo in italiano. "E' vero che finora le nostre canzoni sono state in inglese, ma se viene fuori qualcosa di bello perché non provare anche con l'italiano?"


ANSA

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