“Contro il vento due occhi miti. un omino che non ha la faccia da campione e un cuore grande come l'Isohard”. L'omino con le ruote, per Gino Paoli, contro tutto il mondo. Fausto Coppi, moriva di malaria il 2 gennaio, 53 anni fa. Il campionissimo che ha fatto innamorare l'Italia e l'Europa degli anni '50, che dopo il buio del conflitto chiedeva di sognare. Il più grande campione dello sport più popolare allora. Nasceva garzone e la fatica la conosceva, quella fatta della polvere delle strade sterrate; delle salite dal Pordoj al Ghisallo. Scalatore, passista e velocista insieme, il primo a vincere insieme giro e tour; un naso a dividere il vento, ma anche il cuore degli italiani, nella leggendaria più che reale competizione con Bartali, nello scandalo dell'amore impossibile con la dama bianca. Vola l'airone portando via e facendosi simbolo di un'epoca sportiva che sembra non poter tornare, nell'anno dell'affare Armstrong. Mentre tutti i miti sembrano cadere, il suo resta e si rafforza. un uomo solo al comando: la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi.
Annamaria Sirotti
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