La gara di ieri ha sostanzialmente espresso 4 concetti. Il primo: Simone Berardi è un esterno destro basso. L’ex Nardò ha annullato uno degli esterni più pericolosi del campionato Piccioni; se schierato in quel ruolo è un autentico punto di forza. Il secondo: Turchetta ha dimostrato di meritare maggior fiducia. Ieri è stato l’uomo più pericoloso e con il rientro di Ceccarelli il San Marino potrebbe aver sistemato le corsie esterne. Il terzo: dopo diverse partite passate a vedere lanci improduttivi a saltare il centrocampo per cercare solo le sportellate di Ligori con i difensori avversari, ieri, soprattutto nel primo tempo, si è visto un barlume di gioco, palla a terra. Unico modo in cui possono esprimersi giocatori come Abate, Turchetta, Ferrari, Ceccarelli, quando rientrerà, e Villa. Il quarto: il campionato definito di alto livello, invece, aspetta anche chi, come il San Marino, palesa evidentissime carenze offensive. La squadra di Nicoletti non segna da 270 minuti non vince dal 14 gennaio, il capocannoniere è un centrale difensivo, Di Maio, con 4 centri così come Ligori e Villa. Numeri impietosi che però non inchiodano ancora i biancoazzurri a sole due lunghezze dalla salvezza senza spareggi. Insomma basterebbe vincere una gara per tirarsi fuori. 25 punti in 25 giornate, 9 turni al termine . Con questa media, 1 punto a partita, il San Marino chiuderebbe a 34, dritto dritto a play out. Spingere sul gas è l’unica medicina . Nicoletti nel dopo partita di ieri ha detto una grande ovvietà : “per vincere nel calcio occorre fare gol”. La domanda è: Chi fa gol? Se poi anche quando questi arrivano ci pensa la terna arbitrale a non concederli, vedi Sambenedetto del Tronto, annullata la prodezza di Villa , Terni e ieri vittima Giovanni Abate beffato due volte. I direttori di gara e i loro collaboratori hanno già tanti problemi, a nulla è valso il fascino del collaboratore in gonnella all’opera ieri, per nulla al riparo da sviste ed errori di interpretazione.
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