Né fuga, né sorpasso. E forse è giusto così. Al Del Conero Ancona e Lecce pareggiano confermando ambizioni, spessore e prospettive. Più furbo il Lecce nell’aspettare il momento giusto per colpire, più gruppo nell’Ancona nel non voler mollare. De Canio parte coperto, Salvioni non cambia e se la gioca spavaldo. Spavaldo ma non allegro. Costruisce e potrebbe anche passare, meriterebbe di passare per tutto il primo tempo. Quarantacinque minuti che il Lecce trascorre nel guscio patendo anche qualcosa e quel senso diffuso di ribaltone dura quasi fino all’intervallo. Prima Fabiano e poi Munari si ribellano e Da Costa da due capolavori in pochi secondi. E’ un segno di svolta, perché nella ripresa il Lecce gioca da capolista vera. Archivia la paura e approfitta del calo di un’Ancona che ci ha dato moltissimo senza segnare e ora si trova in buca. Il gol arriva al quarto d’ora. Corvia calcia sulla traversa, Mesbah è il più furbo a convertire. Il colpo del possibile ingeneroso ko si infrange sul palo. L’Ancona ritrova un minimo sindacale di misure, mentre lo spirito è sempre al top. Schiattarella arma il capoccione di Miramontes. Giusto l’1-1 che era anche il risultato più pronosticato. La sorpresa? Che nessuno tra Corvia e Mastronunzio, primi bomber del campionato, abbia fatto gol.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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