Chi di rimonta ferisce di rimonta perisce e così a Monte Carlo è finalmente il turno di Andrey Rublev. Dai e ridai l'eterna seconda linea vince il suo primo Masters 1000, ribaltando un Holger Rune stavolta penalizzato dal suo classico nervosismo elettrico. Così esulta il russo, non certo nuovo ai successi – 13° trofeo in bacheca – ma che mai aveva trionfato a questo livello. Ci era andato vicino, sempre nel Principato, due anni fa, quando s'arrese a Tsitsipas. Rublev conferma il 6° posto in classifica ATP davanti proprio a Rune e Sinner, che col risultato monegasco ottengono il loro best ranking (non senza rimpianti, per l'altoatesino).
La finale comincia con un copione chiaro: ambedue col dritto sulla diagonale sinistra altrui, col russo costante nelle bordate dal fondo e il danese tatticamente più frizzante, tra risposte aggressive e variazioni alla bisogna. Fantasia che paga, perché il set è equilibrato ma comunque a trazione Rune, che breakka due volte: nel primo caso Rublev restituisce subito il favore, nel secondo invece arriva il 7-5.
Qui però ecco il calo di tensione che, con la seconda partita, lo porta subito a perdere il servizio, nota dolente solo parzialmente compensata dalla conclamata cattiveria in ribattuta. Rublev cede a sua volta il turno di battuta nel 4°, da lì in poi però non cicca più nulla – complici la totale confusione del rivale – e con 4 giochi in fila fa 6-2 e patta.
Inerzia che pare invertirsi di nuovo nella bella, che al pronti via dice 4-1 Rune. Che però non riesce a scrollarsi di dosso quella tensione nervosa a volte amica e fonte d'energia, ma a volte anche clamorosa palla al piede. Come nel 7°, quando un bis di doppi falli e i problemi a servire da destra sono un assist per il controbreak. Rune si perde tra battute a salve, warning ed errori non forzati, così a Rublev basta un minimo di gestione per portarla a casa. Il colpo di grazie all'11°, col russo che strappa di nuovo il servizio e al giro dopo, al secondo match poit, mette il punto sul torneo col 5° ace di giornata: 7-5 e chiusura in grande stile la sua prima volta.